Commercianti e residenti suggeriscono un percorso turistico “alternativo” che possa includere le Chiese del Corso e altri punti storici così da incentivare il passaggio (e gli affari)
VITERBO – Quello appena passato è stato indubbiamente un “weekend turistico” per il centro storico della Città dei Papi. Molte gite, con altrettanti pullman turistici, hanno invaso la città facendo la felicità dei musei, ma soprattutto degli esercizi commerciali dedicati alla ristorazione come gelaterie, pasticcerie, bar e ovviamente ristoranti.
Ad andare peggio, purtroppo ma anche come di consueto, è stata la vendita al dettaglio, con molti commercianti che si sono “lamentati” di aver visto pochissimi clienti nelle ultime 48 ore. Il flusso turistico, come registrato da molti esercenti, ancora una volta ha coinvolto in particolar modo il quartiere di San Pellegrino, dove le attività di ristorazione hanno ormai consolidato la loro presenza, con anche delle recenti nuove aperture come quella della pasticceria “La Dolce Vita” in via San Lorenzo.
A rimetterci, purtroppo, è come sempre la zona Corso Italia – Via Roma – Piazza del Teatro e aree limitrofe, dove il turismo è meno presente e le attrazioni sono “poco ottimizzate”. Tra queste la Chiesa del Suffragio, quasi sempre chiusa anche nei giorni di festa, quando invece – come ci han sottolineato vari commercianti – potrebbe fungere da attrattore turistico se inserito in un percorso ad hoc. Nella zona vi sono unicamente la Casa di Santa Rosa e il Santuario, raggiunti però dai turisti (nella stragrande parte dei casi) da Via Mazzini, di fatto “evitando” la zona del Corso.
Molti imprenditori sottolineano come l’amministrazione dovrebbe fare qualcosa per ravvivare il movimento della zona, cercando – magari – di pensare a un percorso turistico “attivo” che possa includere Corso Italia. L’apertura della Chiesa del Suffragio, così come quella sconsacrata di Sant’Egidio, la storica epigrafe di Porta Sonsa, l’inclusione del Teatro dell’Unione, dellla ex sede della Banca d’Italia, della biblioteca pubblica e di altri asset potrebbe essere, per molti, un interessante percorso “alternativo” da offrire ai visitatori.