Il ricordo di Gianpaolo Serone di Archeoares
VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo – Il 30 aprile ci ha lasciati Noris Angeli, storico e saggista insignito nel 1978 del prestigioso Premio cultura della Presidenza del Consiglio. Innamorato di Viterbo, ha contribuito in maniera determinante a riscoprire pagine di storia essenziali della città facendo riemergere dalle sabbie del tempo vicende e racconti altrimenti destinati all’oblio. La sua ricchissima produzione saggistica, fondamentale per le giovani generazioni di studiosi come per quelle che verranno, costituisce un’eredità inestimabile che permetterà al suo nome di rimanere scolpito per sempre nelle menti e nei cuori di chi lo ha conosciuto e di coloro che lo conosceranno negli anni e secoli a venire.
Ma Noris non era solo un grande storico, era un uomo coerente, un uomo che non accettava compromessi per non compromettere se stesso e gli ideali di vita che perseguiva. Carattere schivo, come quello dei gatti che tanto amava, rifuggiva le luci della ribalta e preferiva discutere delle sue scoperte (ma anche di calcio e politica) seduto sui gradini di S. Lorenzo mentre l’umanità gli passava accanto. Quante indimenticabili mattine abbiamo condiviso nel mio studio a ragionare sulle nuove pubblicazioni, a sezionare le parole affinché tutto fosse assolutamente chiaro ai suoi lettori. Nel corso degli anni era diventato una figura fissa della mia vita lavorativa e con il suo parlare schietto, con la sua enorme cultura mai ostentata ma sempre al servizio degli altri, con il suo modo di fare affabile, con la sua ironia sottile e tagliente, si era conquistato le simpatie di tutti coloro che fanno parte della famiglia Archeoares.
Noris ha dedicato la sua vita privata alla famiglia e quella da ricercatore a Viterbo che si è ricordata di lui conferendogli la Cittadinanza benemerita (21 giugno 2024) per i suoi studi e in vista del progetto titanico di pubblicare lo Stemmario della Città e il Censimento dei Palazzi storici. I lavori erano a buon punto, stavamo rivedendo le ultime bozze ma non avevamo fatto i conti con gli imprevisti della vita.
Caro Noris, caro amico mio, non credo però che sia il caso di arrendersi. Nella tua vita hai seminato bene e il raccolto abbondante è fatto dei volti e dei cuori che hanno condiviso con te un tratto di cammino. Non ci faremo, perciò, distrarre dallo sconforto, non ci fermeremo a rimpiangere quello che è stato ma andremo avanti tenendo bene in mente ciò che resta e resterà. Solo così, lavorando tutti insieme, potremmo mantenere la promessa di regalare a Viterbo anche questi tuoi nuovi doni.
Gianpaolo Serone
Archeoares