Montefiascone – Cresce la Cantina Sociale, Mario Trapè: “Deve proseguire la sua attività per sostenere il territorio”

MONTEFIASCONE – Forte di 52 anni di gestione guidata da Mario Trapè, la storica Cantina sociale di Montefiascone continua a raccogliere successi, ora più che mai, contribuendo al benessere economico del territorio falisco.

Proprio per questo, come sottolinea lo stesso Trapè: “La Cantina sociale deve continuare al sua attività, così da aiutare ancora la crescita del territorio di Montefiascone”.

Per rendere ancora più efficaci le sue parole, il presidente uscente ci racconta parte della sua passata e lunga esperienza, costellata di successi. “Ho iniziato con il dare fiducia di viticoltori – spiega – consentendogli di conferire tutti le uve alla cantina e insieme ai consigli di amministrazione che si sono succeduti abbiamo ricostruito il patrimonio della zona, compresi i vigneti dell’area di Canino, Cellere e Tessennano.

Oggi, la cooperativa può contare su una forte base composta da ben 350 soci. “Siamo tutti certi – aggiunge Trapè – che il nuovo C.d.a. saprà continuare a migliorare tutto quello che è stato fatto fino a oggi”.

“Il consiglio da me presieduto – racconta ancora il presidente – ha negli anni sempre pagato le uve in crescendo. L’ultima liquidazione è stato pagato le uve DOC 43.5€ al quintale, l’Est Est Est classico 50,5€ al quintale, le uve rosse Merlot 44,5€ al quintale e il Moscato 51€ al quintale”. Proprio grazie a questi prezzi vantaggiosi, la cantina è riuscita nel tempo a divenire un punto di riferimento non solo per il territorio, ma per tutto il Lazio, invogliando le nuove generazioni a coltivare e prendersi cura dei vigneti e a impiantarne di nuovi, movimentando un vero e proprio ricambio generazionale fondamentale per Montefiascone e tutta la zona circostante.

La Cantina, affermatasi nel tempo, riesce a oggi a vendere l’intero vino prodotto annualmente e può contare su un totale di 40.000 quintali di uva conferita, 25.000 dei quali certificati DOC.

“Il socio si sente più responsabile – aggiunge Trapè – ha capito che la Cantina tutela il viticoltore in qualsiasi stagione. Inoltre, non è assolutamente vero dei debiti che sarebbero stati lasciati alla Cooperativa. Ci sono pagamenti come in tutte le aziende, come quelli relativi a stipendi, fornitori e spese correnti. C’è anche un mutuo fatto per l’acquisto della cantina della Arsial che viene regolarmente pagato alla scadenza di ogni rata e, a fronte di questo debito, abbiamo in bilancio 7 milioni composto di immobilizzazioni varie tra cui terreni, fabbricati, macchinari e impianti enologici, il tutto di proprietà dei soci. Inoltre, abbiamo riserve ancora da poter utilizzare”.

“Tutti gli investimenti – conclude lo storico presidente – sono stati realizzati usufruendo del contributo al 40% a fondo perduto ed è per tutti questi motivi che torno a sottolineare come questo complesso debba seguire la sua attività per il bene del territorio”.