Editoriale di Etrurianews – La verità sullo scioglimento del Comune di Aprilia e sulle responsabilità politiche che hanno permesso alla criminalità organizzata di prendere il controllo
Un Comune “occupato”, non solo infiltrato
Aprilia non è semplicemente un Comune sciolto per mafia. Aprilia è una città occupata dalla criminalità organizzata, come scrive senza mezzi termini la Prefettura di Latina nella sua relazione. Un’infiltrazione profonda, sistemica, con funzionari, appalti, assunzioni e interi settori dell’amministrazione sotto controllo del clan mafioso guidato dal latitante Patrizio Forniti.
E tutto è avvenuto con la complicità o la colpevole inerzia della politica locale.
Principi arrestato, ma Antonio Terra è il vero responsabile morale
L’arresto del sindaco Lanfranco Principi ha fatto scalpore. Ma è l’ombra di Antonio Terra, ex sindaco e oggi indagato, a pesare come un macigno. Terra, anziché sostenere chi denunciava il malaffare – come la nostra redazione – ha scelto di attaccare la stampa, alimentando un clima di intimidazione e ostilità verso chi cercava la verità.
Oggi quella verità è sotto gli occhi di tutti.
Liste elettorali inquinate e appalti truccati
La relazione del prefetto è durissima: nel 2023, le liste elettorali erano infestate da persone vicine al clan mafioso. In cambio dei voti, la politica prometteva favori, semplificazioni amministrative, concessioni e appalti. Non si tratta di “infiltrazioni” episodiche, ma di un patto scellerato tra criminalità e politica.
Urbanistica, trasporti, sport: il bottino spartito tra clan e politici
Ogni settore dell’amministrazione comunale era compromesso. La commissione d’accesso ha documentato:
- Appalti pubblici affidati sempre alle stesse ditte legate al clan
- Un bar comunale gestito senza autorizzazione da un familiare degli indagati
- Un centro commerciale costruito su un terreno destinato a scuola
- Gare cucite su misura per imprese “amiche”
- Fatture PNRR gonfiate e liquidate senza controlli
Un sistema perfetto per rubare soldi pubblici e rafforzare il potere mafioso.
I beni confiscati lasciati a marcire: un’offesa alla legalità
Mentre il clan faceva affari con il Comune, i beni confiscati alla mafia restavano inutilizzati. L’amministrazione non partecipava nemmeno alle riunioni dell’Agenzia nazionale. Un’occasione mancata e una vergogna simbolica: Aprilia non ha voluto colpire la mafia, l’ha protetta.
Riscossione tasse fallimentare: evasione tollerata
Anche sul fronte fiscale la situazione era disastrosa. Nessun controllo, evasione diffusa, tolleranza assoluta verso chi non pagava. Tutto questo con l’avallo della politica, che ha preferito garantire impunità piuttosto che ripristinare la legalità.
Lo scioglimento è giusto, ma arriva troppo tardi
Ora il Comune è stato sciolto per mafia. Una decisione inevitabile, ma tardiva. La città è in macerie e sarà gestita da una commissione straordinaria per 18 mesi. Ma la fiducia dei cittadini è distrutta, e chi ha responsabilità deve pagare, anche sul piano politico e morale.
Chi pagherà per questo disastro?
Antonio Terra e chi ha governato con lui devono rispondere pubblicamente. Non solo nei tribunali, ma davanti ai cittadini. Servono condanne, esclusioni dalla vita pubblica e trasparenza. Non ci possono essere vie di mezzo.
Noi non taceremo
Noi di Etrurianews continueremo a raccontare. Mentre troppi si voltavano dall’altra parte o ci attaccavano, abbiamo documentato, denunciato e resistito. E continueremo a farlo, perché Aprilia merita verità e giustizia. Non più omertà.