Oltre alle tracce ematiche della pseudo veggente anche un altro Dna femminile
TREVIGNANO ROMANO – Chiuse le indagini sulla Madonna Trevignano. L’inchiesta giudiziaria della procura di Civitavecchia, avviata nell’aprile del 2023 nei confronti della pseudo veggente Gisella Cardia, per truffa sulle donazioni, si avvia a conclusione.
Mesi e mesi di indagini caratterizzati dalla attesa perizia del genetista forense Emiliano Giardina, che verrà discussa il 17 giugno in udienza al Tribunale di Civitavecchia.
Le analisi di laboratorio, volte a stabilire l’appartenenza del sangue della Madonnina lacrimante, avrebbero confermato che quel liquido non avrebbe nulla di soprannaturale e attribuibile alla Madonna, come voleva lasciare intendere Cardia nei suoi raduni religiosi ma che, al contrario, quel sangue sarebbe proprio della santona. Ma non solo. Sui reperti ci sarebbero anche tracce ematiche (femminili) di un’altra persona, sempre una donna, al momento non individuata.
Al Corriere della Sera, però, l’avvocato di Gisella, indagata assieme al marito Gianni Cardia, afferma di avere notizie certe sulla perizia e spiega:, «se il profilo è singolo significa che è solo di Cardia e lo ha messo lei, quindi in questo caso si andrebbe a giudizio, ma se come ci si aspetta il profilo è misto vuol dire che il Dna trovato sulla statua contiene anche e non solo Dna di Gisella, cosa che noi ci aspettiamo perché lei ha utilizzato la statuetta, l’ha baciata e maneggiata». Marchignoli la dice con una battuta: «Non c’è solo il Dna di Cardia, ma chi conosce quello della Madonna, per poterlo escludere?».
Prove, secondo la difesa, che scagionerebbero Cardia, che avrebbe più volte toccato la statuina lasciando così pure le sue tracce. Il fatto che però ci sia anche un secondo Dna, potrebbe cambiare tutto.