Olindo e Rosa restano all’ergastolo, per la Cassazione “prove solide e minuziosi riscontri”

Pubblicate le motivazioni per cui non ci sarà revisione del processo

“Innumerevoli e minuziosissimi elementi di riscontro” è quanto scritto dai giudici supremi nelle motivazioni con cui, il 25 marzo scorso, hanno respinto richiesta di revisione del processo per Rosa e Olindo, condannati all’ergastolo,  per la strage di Erba in cui furono brutalmente uccise quattro persone.

Gli  elementi che hanno portato alla decisione della Cassazione sono stati la confessione dei due imputati, la testimonianza dell’unico sopravvissuto e la traccia ematica di una delle vittime nell’auto di Romano.

Oggi la pubblicazione delle motivazioni dai giudici supremi, per i quali “la base di raffronto” rispetto alle nuove prove “è costituita da un tessuto logico-giuridico di notevole solidità non solo per la forza espressa da ognuna delle principali prove acquisite in ragione della loro autonoma consistenza ma anche per la presenza di innumerevoli e minuziosissimi elementi di riscontro”.

Il ricorso era stato presentato dai legali di Rosa Bazzi e Olindo Romano.

Le motivazioni

Sono 53 le pagine con cui la quinta sezione della Corte di Cassazione – presieduta da Rosa Pezzullo con ha Elisabetta Maria Morosini come giudice a latere – ha motivato la mancata riapertura del processo. La Cassazione sulle prove acquisite fa riferimento alla “confessione dei due imputati, ancorché ritrattata, alla ammissione di colpa riportata in appunti manoscritti e in scritti diretti a terzi, alla deposizione dibattimentale dell’unico testimone oculare – Frigerio (sopravvissuto alla strage ndr) – e alla presenza di traccia ematica riconducibile a Valeria Cherubini sull’auto di Romano”.