La Tuscia ringrazia l’ambasciatore Mario Vattani e il governatore Francesco Rocca per un’impresa memorabile
OSAKA (GIAPPONE) – Nel cuore pulsante dell’Asia, nel paese dove la dedizione al bello e al sapere assume i tratti di un culto, l’Italia si presenta a Expo 2025 Osaka con un padiglione che è molto più di una struttura espositiva: è un manifesto di identità, un ponte tra passato e futuro, un atto d’amore verso l’umanità.
Dietro questo successo straordinario – riconosciuto unanimemente da stampa, istituzioni e pubblico – due figure si stagliano con forza: Mario Vattani, ambasciatore italiano a Tokyo e Commissario Generale per l’Italia a Expo Osaka, e Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio. Due protagonisti che hanno saputo trasformare una grande occasione internazionale in un’affermazione di prestigio per l’intero sistema Italia, e in particolare per la Tuscia, oggi al centro dell’attenzione mondiale.
Un padiglione che è già leggenda
Chi ha avuto il privilegio di visitare l’Expo lo sa: entrare nel Padiglione Italia è un’esperienza indimenticabile. Migliaia di visitatori, provenienti da ogni parte del mondo, ma soprattutto giapponesi, attendono pazientemente ore sotto il sole – protetti dai caratteristici ombrellini bianchi – per poter accedere a quello che è stato ribattezzato “Museo Italia”. La domanda sorge spontanea: perché tanta attesa? La risposta è evidente non appena si varca la soglia: l’Italia ha portato a Osaka l’anima più profonda e affascinante della propria cultura, grazie a un allestimento che fonde arte classica, installazioni contemporanee, tecnologia avanzata e paesaggio.
Dietro questa meraviglia si riconosce la regia impeccabile dell’ambasciatore Mario Vattani, che ha saputo coniugare diplomazia, sensibilità culturale e visione strategica, trasformando il padiglione in un racconto immersivo che emoziona e ispira. Non un semplice spazio espositivo, ma un viaggio multisensoriale che si snoda tra una Piazza operosa, un Teatro in legno aperto alle performance quotidiane di artisti italiani e giapponesi, e un Giardino all’italiana sul tetto, ispirato ai labirinti rinascimentali e arricchito da fontane, sculture e un ristorante Eataly.
Un patrimonio universale: Michelangelo, Leonardo, Caravaggio
Il cuore pulsante del padiglione è rappresentato da quattro sezioni tematiche: “Io”, “Noi”, “Territorio” e “Spiritualità”, attraverso cui l’Italia racconta il suo passato, il suo presente e la sua visione del futuro. E in questo percorso, le opere esposte sono vere e proprie pietre miliari della storia dell’arte mondiale.
- La Deposizione di Cristo di Caravaggio, portata in Giappone dalla Santa Sede, è uno dei simboli più toccanti dell’evento: sospesa a pochi centimetri da terra, si offre al pubblico in tutta la sua drammaticità e potenza emotiva.
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- Il Codice Atlantico di Leonardo Da Vinci, con quattro disegni esposti a rotazione, è il frutto di una collaborazione con il Comune di Milano e la Biblioteca Ambrosiana, a sottolineare la portata internazionale dell’eredità leonardesca.
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- Il Ritratto di Itō Mancio di Tintoretto, raffigurante un giovane principe giapponese in visita in Europa nel Cinquecento, rappresenta un dialogo interculturale ante litteram, reso ancor più potente dall’affiancamento con l’aereo di Arturo Ferrarin, che nel 1920 volò da Roma a Tokyo.
La grande bellezza della Tuscia: la statua del Cristo Risorto e i tesori etruschi
In questo contesto d’eccellenza globale, la Tuscia si prende la scena. Lo fa con grazia, eleganza, ma soprattutto con la forza di un patrimonio artistico e archeologico spesso poco conosciuto al grande pubblico, ma oggi finalmente esaltato nel più prestigioso palcoscenico internazionale.
Simbolo assoluto di questa affermazione è la statua del Cristo Risorto di Michelangelo Buonarroti, proveniente da Bassano Romano. Un’opera iniziata intorno al 1514 e abbandonata per un difetto del marmo, poi – secondo alcune fonti – completata da Gian Lorenzo Bernini. La sua presenza a Osaka è carica di significati: è una dichiarazione di resilienza creativa, un ponte tra il Rinascimento e la modernità, ma anche un segno tangibile dell’identità culturale del Lazio.
Accanto a questo capolavoro, le teste di terracotta etrusche, provenienti dal Museo Nazionale Etrusco, rappresentano una delle eredità più affascinanti della nostra civiltà pre-romana, un patrimonio che la Regione Lazio ha voluto finalmente valorizzare con forza e dignità. Tarquinia la città più citata ad ogni intervento.
La settimana del Lazio: il successo della strategia Rocca
Dal 18 al 24 maggio si è celebrata la Settimana del Lazio, un’agenda fittissima di eventi culturali, workshop, incontri economici e istituzionali che ha fatto risplendere l’intera regione, dalla Capitale fino ai suoi angoli più nascosti.
Durante la cerimonia inaugurale, il presidente Francesco Rocca ha pronunciato parole che hanno colpito nel segno: “Vogliamo raccontare un Lazio autentico, dinamico, in cui si fondono storia millenaria, eccellenza produttiva e innovazione. Qui, a Osaka, portiamo la nostra identità, dal Cristo di Michelangelo ai reperti etruschi, dalle opere di Pietro Ruffo alla sartoria Tirelli, fino all’industria aerospaziale e farmaceutica”.
La strategia di Rocca è chiara: unire tradizione e futuro, cultura e impresa, arte e tecnologia. E i numeri lo confermano: con un export da 32 miliardi di euro (+8,5% rispetto all’anno precedente), e una crescita delle esportazioni in Giappone del +6%, il Lazio si afferma come una delle regioni più dinamiche d’Europa.
Alla Settimana del Lazio hanno partecipato oltre 130 imprenditori e startup, 54 dei quali presenti grazie a un voucher messo a disposizione dalla Regione Lazio e dalla Camera di Commercio di Roma. Una vera missione di sistema, che punta non solo a promuovere il territorio, ma anche ad aprire nuovi canali commerciali e culturali con l’Asia.
Un’impresa da incorniciare: l’Italia, il Lazio e il futuro
«Expo 2025 Osaka è molto più di un evento espositivo», ha dichiarato l’ambasciatore Mario Vattani. «È una piattaforma strategica per l’internazionalizzazione del Sistema Italia, ma anche un laboratorio dove si progetta la società del futuro. Il nostro padiglione vuole essere il cuore pulsante di questo dialogo».
Parole che trovano eco in quelle di Simona Baldassarre, assessore alla Cultura del Lazio: “La cultura è il grande moltiplicatore di tutto: più cultura significa più conoscenza, più ricerca, più sviluppo. Siamo qui per raccontare un Lazio che va oltre Roma, un territorio sorprendente, antico e contemporaneo allo stesso tempo”.
Con il suo mix di arte, tecnologia, visione e umanità, l’Italia a Expo 2025 Osaka non ha solo conquistato i cuori. Ha tracciato una rotta, indicando come la bellezza, la memoria e l’innovazione possano convivere e costruire futuro.
La gratitudine della Tuscia
Di fronte a questo straordinario risultato, la Tuscia non può che esprimere profonda riconoscenza. A Mario Vattani, ambasciatore e stratega culturale, per aver scelto con intelligenza e passione di esporre capolavori che parlano anche della nostra terra. A Francesco Rocca, per aver messo in campo una visione moderna e inclusiva del Lazio, capace di mostrare al mondo la ricchezza diffusa del territorio.
Osaka 2025 è già nella storia. E lo è anche grazie a loro.