Montalto di Castro – Bracciante agricolo lasciato morire, risarcimento economico per la famiglia di Messaoudi Nacer

Abbandonato di fronte all’ingresso dell’ospedale di Tarquinia morì dopo ore di agonia

MONTALTO DI CASTRO –   Accusò un malore mentre svolgeva la propria dura attività lavorativa, raccogliendo cocomeri in un campo a Montalto di Castro. Un malore nelle ore più calde della giornata che non gli ha lasciato scampo. Abbandonato di fronte all’ingresso dell’ospedale di Tarquinia morì dopo ore di agonia.

E’ la storia di Messaoudi Naceur, lavoratore in nero di origine tunisina, e il dramma di una famiglia che ora vede riconosciuto il danno economico di quanto accaduto il 19 luglio del 2023.

La Cgil Civitavecchia Roma nord Viterbo e il patronato Inca, che opera sul territorio di Viterbo, nell’ambito delle tutele individuali, hanno infatti ottenuto uno straordinario risultato. Il riconoscimento economico che la Cgil di Viterbo ha ottenuto garantirà alla vedova e alle due figlie di Messaoudi Naceur la tutela prevista dall’Inail nei casi di decesso e consentirà alla famiglia di avere un futuro dignitoso.

«Questo è frutto di un lavoro sinergico tra il patronato Inca e il medico legale – spiega la segretaria generale Cgil Civitavecchia Roma nord Viterbo Stefania Pomante – Ognuno con le proprie competenze è  riuscito dopo 2 anni ad ottenere il giusto risarcimento per la famiglia e a rendere giustizia al povero bracciante che ha pagato con la vita il peso delle pessime condizioni in cui versano i lavoratori agricoli, in modo particolare chi viene sfruttato in nero nel nostro Paese, privo di tutele, in mano a datori di lavoro senza scrupoli e umanità».

«Messaoudi Naceur – sottolinea Stefania Pomante – non è morto casualmente, è morto di schiavitù, a 57 anni, perché nei campi si muore di fatica, di sfruttamento ma anche di indifferenza e di mancanza di controlli».