Prezzi stracciati con il trucco: l’influencer Murciano indagato per ricettazione. Ma al centro dello scandalo c’è la società di smaltimento rifiuti Ecosystem, che avrebbe finto la distruzione di detersivi scaduti per rimetterli in circolazione
LATINA – Ancora una volta, il settore dello smaltimento dei rifiuti si ritrova al centro di un’inchiesta giudiziaria. Questa volta sotto la lente della Procura di Latina finisce la Ecosystem Srl di Pomezia, accusata di non aver smaltito correttamente rifiuti speciali pericolosi, ma di averli invece rimessi sul mercato in maniera illecita, con il solo obiettivo di monetizzare ciò che per legge andava distrutto.
L’indagine, condotta dal Nipaaf del Comando Carabinieri Forestale di Latina, ha fatto emergere un meccanismo tanto semplice quanto grave: un intero lotto di detersivi Dash, ritirato dal produttore nel novembre 2023 perché non conforme agli standard qualitativi, doveva essere distrutto in quanto classificato come rifiuto speciale. Invece, anziché essere smaltito come previsto, è stato ceduto sottobanco a un commerciante della zona, Luigi Murciano, volto noto dei social con oltre 400mila follower e amministratore della “Giomar Srl”.
Murciano, celebre per il suo slogan “Tutto rubatoooo”, avrebbe acquistato e rivenduto quel lotto a prezzi stracciati nel suo negozio “Pianeta Outlet” di Latina, attirando come sempre orde di clienti attratti dalle offerte “fuori mercato”. Peccato che quelle offerte, secondo la Procura, fossero frutto di un illecito.
Ecosystem di Pomezia nel mirino: distruzione mai avvenuta
A rendere possibile questa operazione non sarebbe stato solo Murciano. Il vero snodo della vicenda è rappresentato dalla Ecosystem di Pomezia, incaricata dallo stesso produttore del detersivo di provvedere alla distruzione del lotto non idoneo. La società avrebbe falsamente attestato di aver effettuato lo smaltimento, continuando però a mantenere il possesso dei flaconi, che invece sono stati dirottati sul mercato parallelo.
Un comportamento che, se confermato, rappresenta l’ennesima conferma di come alcune aziende del settore rifiuti operino al di fuori della legalità, non solo violando le norme ambientali, ma mettendo anche a rischio la salute pubblica e alterando le regole del mercato. La merce infatti, pur non essendo pericolosa per la salute, era comunque fuori standard e destinata esclusivamente allo smaltimento.
Altri scandali legati alla Ecosystem di Pomezia
Questa non è la prima volta che la Ecosystem Srl finisce al centro di vicende giudiziarie e ambientali. In passato, la società è stata coinvolta in altre problematiche legate alla gestione dei rifiuti:
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Indagini su impianti fuorilegge: Le indagini hanno rivelato che alcuni impianti gestiti dalla Ecosystem non rispettavano le normative antincendio, con certificazioni insufficienti e impianti non a norma. Queste irregolarità hanno portato a indagini per inquinamento ambientale e incendio colposo .
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Procedura senza gara per smaltimento rifiuti: È emerso che la Ecosystem ha ricevuto incarichi per lo smaltimento di rifiuti senza passare attraverso procedure di gara trasparenti, sollevando dubbi sulla trasparenza e sulla corretta gestione degli appalti pubblici .
Indagini chiuse, ora si attende il giudice
Le indagini sono ora concluse, ed è stata notificata la chiusura delle indagini preliminari nei confronti dei titolari della Ecosystem e di Murciano. Il prossimo passo sarà la decisione del giudice circa l’eventuale rinvio a giudizio.
Intanto, i flaconi di detersivo sono stati sequestrati e correttamente smaltiti, ma il sospetto degli investigatori è che questa pratica possa essere stata adottata anche in altri casi simili. Le verifiche sono ancora in corso.
Terreni per il termovalorizzatore di Roma: l’altra ombra sulla Ecosystem
Oltre allo scandalo del finto smaltimento, Ecosystem è finita nel mirino anche per un’altra vicenda che desta sospetti. Si tratta della compravendita dei terreni destinati alla realizzazione del termovalorizzatore di Roma, impianto chiave nella strategia dei rifiuti della Capitale.
Secondo quanto emerso da recenti inchieste giornalistiche e verifiche giudiziarie in corso, la società AMA Roma avrebbe acquistato dei lotti di terreno per l’impianto a un prezzo di mercato notevolmente superiore rispetto al loro reale valore, tramite passaggi intermedi che avrebbero favorito speculazioni sospette. Uno di questi passaggi vedrebbe coinvolta proprio Ecosystem, indicata come parte del “sistema” che avrebbe gonfiato i prezzi sfruttando vendite intermedie a soggetti compiacenti.
L’ipotesi investigativa è che i terreni siano stati acquistati inizialmente a prezzi irrisori e poi rivenduti ad AMA a cifre ben più elevate, con l’obiettivo di creare margini milionari a beneficio di privati, senza reali aumenti di valore. Si parla di una differenza di valutazione che avrebbe superato i 5 milioni di euro, e che ora è oggetto di approfondimento da parte della magistratura.
Se le accuse venissero confermate, si tratterebbe di un doppio scandalo: da un lato la gestione illecita dei rifiuti, dall’altro una manovra speculativa su fondi pubblici, in un settore già fragile e sotto pressione come quello dell’ambiente.
Regione Lazio, serve una risposta immediata
Questa vicenda solleva interrogativi urgenti e gravi. È accettabile che un’azienda autorizzata dalla Regione Lazio alla gestione di rifiuti speciali operi in questo modo? È forse giunto il momento di revocare le autorizzazioni alla Ecosystem, come misura di tutela dell’ambiente e della legalità?
Lo scandalo che coinvolge la Ecosystem di Pomezia e l’influencer Murciano è l’ennesimo campanello d’allarme: il sistema di smaltimento dei rifiuti speciali non può più permettersi falle come questa, né sul piano del controllo, né su quello dell’etica imprenditoriale.
La giustizia farà il suo corso. Ma anche le istituzioni devono fare la propria parte.