Università di Perugia, il ranking mondiale 2025 la penalizza: -90 posizioni in dieci anni

Nel ranking globale CWUR 2025, l’Università di Perugia arretra al 434° posto mondiale, segnalando un declino costante che riflette un problema più ampio del sistema accademico italiano.

PERUGIA – L’Università degli Studi di Perugia scivola ancora nel ranking globale del Center for World University Rankings (CWUR): nell’edizione 2025, pubblicata oggi 2 giugno, l’ateneo si posiziona al 434° posto nel mondo, in calo di 10 posizioni rispetto al 2024, 47 in meno rispetto al 2021 e ben 90 rispetto al 2015, quando figurava al 344° posto. Una retrocessione che avviene nonostante i miglioramenti registrati in ambito ricerca – che passa da 305 a 405 punti – e che racconta un paradosso: la qualità cresce, ma non abbastanza rispetto al resto del mondo.

Nel confronto internazionale, rimanere fermi equivale a scendere. Il caso di Perugia lo dimostra: pur consolidandosi come 17ª università italiana (stabile nella classifica nazionale), l’ateneo perde posizioni a livello globale, superato da università che investono in modo più deciso su ricerca, didattica e visibilità internazionale. Il CWUR valuta le università in base a quattro criteri: qualità dell’istruzione (25%), occupabilità dei laureati (25%), qualità del corpo docente (10%) e produttività nella ricerca (40%). Perugia cresce dove conta di più, ma in un contesto sempre più competitivo questo non basta a mantenere la posizione.

Il quadro generale è eloquente: nel 2015 l’ateneo era 344° al mondo, nel 2021 era 387°, oggi è 434°. Parallelamente, il punteggio nella ricerca è scivolato da 642 a 405 punti, una flessione di 237 punti in dieci anni. E non è solo una questione locale: in Italia, l’80% delle 66 università presenti in classifica ha perso terreno, segno di un sistema che fatica a stare al passo.

“Il declino dell’Italia è legato alla debolezza dei finanziamenti e alla mancanza di strategia”, ha dichiarato Nadim Mahassen, presidente del CWUR. “Le università italiane sono ben rappresentate tra le migliori al mondo, ma senza investimenti adeguati e una visione di lungo periodo, il rischio è quello di un lento arretramento”. Mentre l’Italia rallenta, atenei asiatici e mediorientali – da Singapore agli Emirati Arabi, dalla Corea del Sud a Hong Kong – scalano rapidamente le classifiche grazie a investimenti mirati, forti alleanze con il settore privato e piani strategici nazionali per l’alta formazione.

Perugia ha solide basi: una lunga tradizione, un corpo docente qualificato, strutture adeguate. Ma oggi questi elementi non bastano più. Per invertire la rotta servono nuove risorse, collaborazioni strategiche con il mondo produttivo, la capacità di attrarre talenti internazionali, investimenti in digitalizzazione e offerta in lingua inglese, oltre a una maggiore visibilità nei network globali.

Il CWUR 2025 non è una condanna, ma un segnale. Perugia può ancora recuperare terreno, ma serve una svolta strategica e coraggiosa. Per restare competitivi, oggi non basta migliorare: bisogna farlo più velocemente degli altri. Il tempo per agire c’è, ma sta scadendo.