Orvieto – Uomo muore nel suo negozio, la moglie: “Nessun defibrillatore in città e nessun medico a bordo dell’ambulanza”

“Mio marito non è stato defibrillato e aveva un infarto in corso”

Arriva anche “Striscia la notizia”

ORVIETO – Si trovava all’interno del suo negozio quando ha improvvisamente accusato un malore che non gli ha lasciato scampo. Lui è Massimo Burla, commerciante di 66 anni, al lavoro nel suo negozio su corso Cavour da una vita, ma il 9 maggio l’uomo si sente male e si siede su una sedia . Ad accorrere, il collega di un’attività vicina che avendolo visto in cattive condizioni ha subito dato l’allarme.

Nell’attesa dell’arrivo dei sanitari, una dottoressa che si trovava nei paraggi ha immediatamente tentato la manovra di massaggio cardiaco.

“La dottoressa chiedeva un defibrillatore e in tre sono partiti a cercarlo, ma è stato invano, nessun macchinario nei paraggi”. Ci racconta la moglie dell’uomo visibilmente provata.

“C’era solo uno al Duomo, ma ci è successivamente stato risposto che non poteva essere spostato da lì perché privato e di uso esclusivo a loro”.  Poi l’arrivo dell’ambulanza 118.

“Quando è arrivata  a bordo c’erano solo un’infermiera e il guidatore e non il medico. Eppure quando è stata chiamata è stato chiaramente detto che c’era un infarto in corso ed eravamo quindi in codice rosso e anche qui non è stato utilizzato il defibrillatore”.

Infine viene chiamato l’elisoccorso.

“Non ha neanche atterrato, si è calata una dottoressa che quando è arrivata ha costatato il decesso, in tutta questa trafila sono passati 47 minuti”.

Oltre alla mancanza di un medico a bordo del 118 quello che lascia atterrita e arrabbiata la donna è la mancanza di defibrillatori nel comune di Orvieto.

“Fino al giorno prima venivano distribuite cartine con diversi punti dove trovarli, ma di questi non abbiamo visto traccia, e forse avrebbero salvato mio marito, visto che uno avrebbe dovuto essere a pochi metri dal negozio”.

La famiglia chiede chiarezza sui soccorsi e ha affidato a un avvocato il compito di valutare azioni legali finalizzate ad accertare cosa sia accaduto nel corso dell’intervento effettuato dai soccorsi e dalla mancanza di defibrillatori in città.

Già del caso se ne era occupata “Striscia La notizia” e Jimmi Ghione, alla fine del 2023, (foto sopra)  aveva incontrato la sindaca Tardani che si era impegnata nel ripristinarli.

Questa triste morte, che forse poteva essere evitata, ha fatto riesplodere il caso, e così a distanza di due anni, la trasmissione è tornata a fare visita alla prima cittadina, per sapere come si sarà giustificata, bisognerà attendere la messa in onda della puntata.

La moglie e la giovane figlia di Massimo non si arrendono, chiedono giustizia sulle troppe mancanze e chiarezza sull’accaduto, per il loro famigliare e per far sì che non accada mai più.