“Il nostro motto è: non si balla sulle ferite”
L’evento era previsto per il 27 giugno
VITERBO – Il Carnevale Estivo di Viterbo, in programma per il 27 giugno, è stato annullato. Una decisione maturata a seguito del terribile incendio che ha colpito la Facoltà di Agraria dell’Università della Tuscia, causando danni gravissimi e lasciando dietro di sé un profondo senso di smarrimento e dolore.
“Non si può ballare sulle ferite” è il messaggio lanciato dagli organizzatori dell’evento, che hanno deciso di devolvere i fondi raccolti per il carnevale alla creazione di un fondo a sostegno di lavoratori e ricercatori colpiti dalla tragedia. Un gesto simbolico ma concreto, che sottolinea quanto l’università sia parte integrante della storia e dell’identità di Viterbo.
Il dramma ha colpito profondamente anche chi nell’ateneo ha costruito il proprio percorso di vita e carriera. Laboratori, macchinari, collezioni scientifiche e anni di ricerche sono andati perduti, così come progetti importanti legati anche al PNRR. Alcune attività sono ferme, ma la volontà è quella di ripartire immediatamente.
La risposta del territorio è stata straordinaria. Imprenditori, associazioni, sportivi e cittadini si sono attivati con slancio, offrendo supporto morale ed economico. Tra le ipotesi in campo anche quella di un grande concerto di beneficenza allo stadio Rocchi, con l’eventuale partecipazione di artisti locali di rilievo.
L’università sta lavorando alla definizione di un canale trasparente per raccogliere le donazioni. I privati potranno contribuire facilmente, mentre per le imprese sarà necessaria una causale specifica. Tutti i dettagli saranno resi noti nei prossimi giorni.
Anche dal Comune arriva un forte appello all’unità e alla concretezza: un invito ai cittadini a destinare il proprio 5 per mille all’ateneo, per dare un segnale immediato di sostegno e partecipazione.
In questo momento difficile, Viterbo dimostra che la solidarietà può trasformarsi in una forza potente, capace di accompagnare l’Università della Tuscia verso la rinascita.