FROSINONE – “Per noi lei è morto. Se vuole dimostrare il contrario, porti un documento che attesti che è vivo”, questa la risposta che si è sentito dare il 78enne Michele Lecce di Posta Fibreno quando si è recato allo sportello Inps a rivendicare la sua pensione.
“Non la ricevo da marzo perché per loro risulto morto” racconta l’uomo che per lo stato risulta deceduto anche se non lo è.
All’origine dell’errore, la trascrizione del certificato di morte di un parente avvenuta a inizio anno e, ora, all’Inps serve un documento che attesti che l’uomo è vivo, nonostante si sia recato personalmente all’Istituto nazionale della previdenza sociale.
L’ uomo è stato costretto ad affidarsi ad un legale, e così l’avvocato Antonio Lecce, ha inviato una diffida formale all’Asl di Frosinone, dando un tempo preciso per rimediare alla “svista”, rettificare e trasmettere il certificato corretto a Inps, Inail e Mef, oltre a questo farà anche richiesta di risarcimento, visto che il signor Michele non ha altre entrate oltre la sua pensione, soldi vitali per il suo sostentamento.