VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo – L’aggressione in pieno giorno avvenuta a Viterbo nel tardo pomeriggio di lunedì 9 giugno nei pressi di viale Trento in ordine cronologico è solo l’ultimo atto di un susseguirsi di accadimenti di cui è teatro quella particolare zona.
Zona di spaccio alla luce del sole di quelle risorse che secondo la sinistra avrebbero dovuto pagarci le pensioni, zona di degrado e tentativi di imboscata, zona dove nessun cittadino è più padrone di circolare liberamente senza incappare almeno in uno sguardo particolare.
Dove ieri una ragazza è stata aggredita da un immigrato di origine africana che se solo gli fosse riuscito si sarebbe appropriato senza tanti complimenti del suo denaro, della sua vettura e forse anche d’altro.
Sono ormai troppi gli episodi di molestie dalle quali i viterbesi sono costretti a difendersi, la misura è davvero colma. Ed è evidente come il disinteresse dimostrato in tutta Italia per il referendum sul dimezzamento dei tempi per l’ottenimento della cittadinanza – miseramente fallito anche per quella costante percezione di pericolo che aleggia sulle città – segni il tempo di assumere seri provvedimenti, e deve farlo la politica licenziando leggi ed ordinamenti che consentano a chi di dovere di prendere questi signori e riportarli a casa loro. Che questa e solo questa sia la strada da percorrere ce lo confermano le migliaia di firme apposte dagli italiani in questi giorni sulla petizione d’iniziativa popolare REMIGRAZIONE, la cui realizzabilità dipende esclusivamente da un legislatore che sull’argomento ha solo il dovere del coraggio.
Vogliamo che le nostre strade siano sicure, vogliamo poter percorrere liberamente ogni metro di suolo nazionale senza dover temere aggressioni, vogliamo portare all’attenzione della cittadinanza come questo sia davvero un problema che riguarda tutti.
Difficile immaginare sia questa la città che vogliamo lasciare alle nuove generazioni, una Viterbo in balìa di immigrati affatto integrati, sprezzanti delle nostre leggi, offensivi nei riguardi della nostra cultura e delle nostre tradizioni ed utili soltanto a chi lucra sulla loro permanenza.
Va smascherata una volta per tutte la farsa dell’accoglienza, che ladri e spacciatori tornino a casa loro.
La nostra è tempo di ripulirla a fondo.