Un cartello, posizionato dove è morto il 15enne, esprime tutta la rabbia e il cordoglio serbato da moltissime persone
VITERBO – “Chi prende la responsabilità? Sulle nostre strade le tragedie sono ‘annunciate’, ma quando succedono… nessuno paga, se non la vittima con la propria vita”. Comincia così il messaggio posizionato su quel palo situato in Viale Trieste che è costato la vita all’appena quindicenne Leonardo Cristiani, morto dopo essersi schiantato con la sua moto nella serata del 9 giugno.
“Si muore per la mancanza di manutenzione, si archivia, e le responsabilità svaniscono come nebbia – prosegue il testo, esprimendo rabbia ma anche frustrazione – All’amministrazione, se anche stavolta riuscirete a sfuggire alle vostre responsabilità sappiate che non sfuggirete alla rabbia di un padre e di una madre, di un fratello, di una sorella, di amici, parenti e conoscenti, a cui, non il destino, ma l’incuria e la noncuranza delle persone preposte ha sottratto vita e amore. Proviamo tanta pena per voi, che siete abituati a metterci la faccia quando tagliate il nastro per un nuovo inizio, ma non ce la mettete mai quando si strappa quel filo che unisce la vita di una persona a quella dei suoi cari. È ora di dire BASTA. E di urlarlo forte. Prima che sia troppo tardi. Di nuovo”.
Ovviamente non è possibile sapere con certezza da chi sia stato posizionato il cartello che, tuttavia, mette nero su bianco un cordoglio infinito, lo stesso provato sicuramente dalle altre vittime della strada, in particolare di Danilo Aquilani e Katia Pellizzari, deceduti rispettivamente nel 2008 e nel 2011 mentre erano anche loro a bordo delle loro moto, poco distanti dal luogo di questa ultima tragedia.
Nonostante sia stato aperto un fascicolo per omicidio stradale sulla morte di Leonardo Cristiani, con delle indagini che cercheranno di fare luce su quanto sia accaduto, la speranza riposta nella “Giustizia” da parte delle vittime della strada è quantomai labile, come dimostra questo messaggio. Come trapelato, infatti, le ipotesi aperte e al vaglio degli inquirenti sono molteplici: asfalto irregolare, attraversamento improvviso, scarsa visibilità, una fatale distrazione. Anche le telecamere presenti, in particolare quelle del cantiere degli ex Mercati Generali, difficilmente potranno aiutare poiché “puntate altrove” e quindi inutilizzabili.
Gli investigatori, tuttavia, puntano tutto sugli amici che si trovavano dietro di lui al momento dell’incidente. Sono già stati ascoltati e avrebbero fornito alcune indicazioni utili per comprendere meglio le circostanze del sinistro. Sembra ci sia di mezzo una bicicletta, quindi un ostacolo, probabilmente improvviso, magari sbucato dal vicino incrocio, coperto dagli alberi e che costò la vita a un’altra persona anni fa.