La Procura indaga sulla morte di Aleandro Anselmi, sub esperto deceduto durante un’immersione tra Civitavecchia e Santa Marinella. Sequestrata l’attrezzatura, disposta l’autopsia: si ipotizzano malore o guasto tecnico
CIVITAVECCHIA – La Procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo sulla morte di Aleandro Anselmi, 60 anni, subacqueo esperto e istruttore conosciuto nel settore come “il Vichingo”.
L’uomo è deceduto nella mattinata del 14 giugno durante un’immersione ricreativa al largo tra Civitavecchia e Santa Marinella, organizzata dal centro Blue Shark Diving.
Le indagini sono affidate ai carabinieri della compagnia locale in coordinamento con la Capitaneria di Porto. L’ipotesi di reato – al momento senza indagati – è quella di omicidio colposo a carico di ignoti. Il pubblico ministero titolare del fascicolo ha disposto il sequestro dell’attrezzatura subacquea utilizzata da Anselmi al momento dell’immersione, comprese le bombole, i regolatori e il computer da polso.
Tragedia durante un’immersione a Civitavecchia: muore sub viterbese di circa 60 anni
I primi accertamenti
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, Anselmi avrebbe accusato un malore improvviso mentre si trovava sott’acqua con un gruppo di sub. Alcuni testimoni riferiscono che il sub sia stato riportato in superficie ancora cosciente, ma privo di lucidità. In banchina, presso il porticciolo del SunBay, sono scattate le operazioni di soccorso: manovre di rianimazione cardiopolmonare sono proseguite per oltre mezz’ora, ma si sono rivelate vane.
Si attende l’autopsia
Il magistrato ha disposto l’autopsia, che sarà eseguita nei prossimi giorni presso l’Istituto di Medicina Legale dell’ospedale Gemelli. Gli esiti saranno fondamentali per determinare se la morte sia stata causata da una patologia improvvisa (come un’embolia o un arresto cardiaco) oppure da un malfunzionamento dell’equipaggiamento.
Non si esclude che un difetto nell’erogazione dell’aria o una contaminazione del gas nelle bombole possa aver determinato la perdita di coscienza del sub. Per questo motivo, sono già stati avviati accertamenti tecnici sull’attrezzatura, a partire dal contenuto residuo delle bombole e dai dati registrati dai dispositivi digitali indossati dalla vittima.
Le testimonianze
Saranno riascoltati nelle prossime ore i sub presenti sui due gommoni che avevano lasciato il SunBay per l’immersione. Alcuni hanno dichiarato che nelle fasi concitate dei primi soccorsi sarebbe mancata lucidità e prontezza d’intervento da parte di chi ha eseguito le prime manovre di emergenza.
L’istruttore deceduto era una figura di riferimento nel mondo della subacquea ricreativa e tecnica. Originario di Fabrica di Roma ma residente da anni a Roma, era conosciuto e stimato per la sua esperienza e professionalità.
Prossimi passi
Le autorità attendono ora l’esito dell’autopsia e delle perizie tecniche prima di valutare eventuali responsabilità penali. Il centro diving e lo staff operativo saranno ascoltati per chiarire i protocolli seguiti durante l’uscita in mare. Nel frattempo, l’attività del centro non è stata sospesa, ma resta sotto osservazione degli inquirenti.
L’inchiesta dovrà stabilire se si sia trattato di una tragica fatalità o se sussistano profili di colpa legati a errori umani, carenze tecniche o inosservanze delle procedure di sicurezza.