Londra – Il Royal Ascot 2025, dove l’eleganza incontra la tradizione britannica e il viterbese Andrea Scaramuccia

L’ex politico viterbese, oggi apprezzato ristoratore a Cambridge, ospite d’onore nella festa più esclusiva e nella quale tutti ambiscono ad essere invitati

LONDRA – Se esiste un luogo dove il fascino, l’eleganza e la tradizione britannica si fondono in un caleidoscopio di colori e raffinatezza, quello è senza dubbio il Royal Ascot. Anche nell’edizione 2025, l’evento ippico più esclusivo e stravagante di Londra ha mantenuto intatto il suo incanto, confermandosi come uno degli appuntamenti mondani più attesi al mondo.

Nato nel 1711 per volere della regina Anna, Ascot è molto più di una semplice corsa di cavalli: è uno spettacolo di moda, costume e nobiltà. Il dress code è rigido e impeccabile, specialmente nella prestigiosa Royal Enclosure, dove accedono soltanto gli ospiti più illustri.

Gli uomini sfilano in morning suit con giacca lunga grigia o nera, panciotto, cravatta e l’immancabile top hat, il cilindro alto che campeggia come simbolo di un’eleganza d’altri tempi. Le donne, invece, sfoggiano abiti couture, gonne sotto il ginocchio, guanti e cappellini a dir poco scenografici, veri capolavori di arte millimetrica e creatività eccentricamente britannica.

Curioso è sapere che esiste persino un comitato dedicato al controllo dell’abbigliamento: steward impeccabili vagliano ogni dettaglio, dal diametro dei cappelli femminili alla lunghezza dei pantaloni maschili. Un universo di regole non scritte e protocolli che fanno parte del fascino stesso di Ascot.

Tra purosangue lanciati al galoppo, champagne che scorre e fotografi a caccia di reali, quest’anno c’è stata anche una piccola, inaspettata incursione italiana: quella di Andrea Scaramuccia, viterbese trapiantato a Cambridge, dove con la sua attività enogastronomica ha conquistato i palati più esigenti. Tutto è iniziato quasi per caso: “Mi hanno chiesto di preparare un piccolo catering, un picnic elegante per un allenatore di cavalli” racconta Andrea. Un picnic raffinato, a base di eccellenze italiane, servito nei giardini curatissimi di Ascot.

L’allenatore, evidentemente soddisfatto, ha poi voluto premiare Andrea con un invito davvero esclusivo: l’accesso al Royal Ascot, nel palco reale e con il privilegio di visitare le scuderie e le stalle, assistere alle sellature dei cavalli e vivere da vicino il cuore pulsante della manifestazione. “Ovviamente dovevo rispettare il dress code: morning suit, top hat, e tutto il resto“, sorride Andrea, che per un giorno ha indossato il rigore formale della tradizione britannica.

Dalle foto è evidente che non fosse proprio a suo agio (in quell’abito) ma la felicità di esserci in compagnia della moglie Cristina.

Se il Re Carlo III è rimasto a distanza, Andrea ha però potuto avvicinarsi a meno di due metri dalla principessa Anna, da sempre grande appassionata di ippica. “Vederla così da vicino è stata un’emozione fortissima“.

E anche sotto i rigidi cappelli a cilindro e gli abiti da gran gala, gli inglesi non rinunciano mai ai piaceri della tavola italiana: antipasti, salumi, formaggi e vini selezionati hanno conquistato gli ospiti del picnic, dimostrando ancora una volta quanto la cucina italiana sia amata e apprezzata anche nei contesti più formali e tradizionali del Regno Unito.

Passeggiando tra le aiuole perfettamente potate, i gentlemen che sorseggiano Pimm’s e le signore che sfoggiano cappelli alti quanto sculture moderne, si respira l’essenza stessa del Royal Ascot: una celebrazione del tempo che si ferma, dove ogni gesto, ogni dettaglio, ogni sorriso rievoca la grandeur di un regno che ha fatto della tradizione un’arte.

Il Royal Ascot non è soltanto una passerella di moda e aristocrazia, ma un perfetto ritratto dell’anima britannica: il rispetto delle tradizioni, il culto dell’eleganza, la passione per i cavalli e quel pizzico di stravaganza che rende ogni edizione unica. E per Andrea Scaramuccia, questo sogno diventato realtà resterà un ricordo indelebile: un giorno in cui l’Italia ha portato il suo sapore nel cuore dell’aristocrazia inglese, tra sfarzo, cavalli e un pizzico di magia.