Nel cuore dell’Umbria prende vita un progetto industriale unico a livello nazionale. È la nuova sfida della cooperativa Ceramiche NOI workers buyout associata a Legacoop Umbria, che ha presentato ufficialmente in una conferenza stampa (23 giugno 2025) il proprio forno ceramico alimentato da una miscela di gas e idrogeno verde, autoprodotto da un elettrolizzatore che funziona grazie all’energia solare. Questo impianto arriva in un momento drammatico a livello mondiale con i venti di guerra che spingeranno sempre più ad aumenti dei combustibili, e la cooperativa si fa trovare pronta nella ricerca di fonti di energia alternative, eco compatibili e soprattutto meno costose ed impattanti su bilanci e funzionamento delle aziende altamente. Meno di un anno fa l’azienda acquistava un vecchio capannone dismesso: oggi è diventato un moderno stabilimento che unisce efficientamento energetico, sostenibilità e innovazione tecnologica, segnando un primato nel settore della stoviglieria.
“Dobbiamo ringraziare in primis Legacoop Umbria – ha esordito Marco Brozzi, presidente di Ceramiche NOI – che ci ha aiutato a tessere tutti i fili di questo ambizioso progetto. Ci ha supportato nel costruire il percorso e ci ha messo a disposizione competenze e relazioni per trovare i partner giusti”. Il progetto è infatti frutto di una sinergia tra due realtà cooperative: Ceramiche NOI e GBM che ha installato l’impianto fotovoltaico, il supporto finanziario è arrivato da Banca Etica e CFI, mentre l’azienda Sacofgas, anche lei di Città di Castello, ha collaborato alla realizzazione dell’impianto a idrogeno.
L’idea nasce nel 2022, in piena crisi energetica: “Abbiamo reagito tornando temporaneamente al GPL e adattando il forno per una doppia alimentazione GPL/metano» – prosegue Brozzi – «poi, grazie a Sacofgas, abbiamo avviato la produzione di idrogeno tramite elettrolisi. Dopo una prima fase sperimentale, oggi utilizziamo una macchina capace di produrre fino a 12 m³/h di idrogeno, operativa all’80% della capacità”.
Dal punto di vista industriale, l’impianto è unico in Italia nel settore della ceramica da tavola. In un mercato sempre più sensibile alla sostenibilità, come quello di Canada e Stati Uniti, principali mercati di sbocco per la cooperativa, questa qualificazione green del prodotto offre un vantaggio competitivo che apre spazio ad altri segmenti e mercati.
L’elettrolizzatore è alimentato da un impianto fotovoltaico realizzato da GBM, la cui potenza installata è di 150KW. Sia Ceramiche NOI che GBM sono esempi di worker buyout: imprese recuperate dai dipendenti che hanno salvaguardato lavoro e competenze sul territorio.
Oggi il nuovo forno dispone di tre modalità di alimentazione, metano, GPL o gas miscelato con idrogeno, consentendo una riduzione dei consumi di gas fino al 10%, con un miglioramento nella qualità della combustione grazie al maggiore potere calorifico della miscela.
Il cuore del progetto è la sua filiera chiusa e sostenibile: l’idrogeno è prodotto in loco, utilizzato subito, senza stoccaggio né trasporto, abbattendo costi ambientali ed economici. Il tutto si inserisce in un più ampio intervento di riqualificazione industriale del moderno stabilimento con un forno dotato anche di un sistema di recupero del calore.
“Abbiamo creduto fin dall’inizio in questo progetto – dichiarano congiuntamente Simone Gamberini, presidente di Legacoop, e Danilo Valenti, presidente di Legacoop Umbria – perché rappresenta un esempio concreto di come la cooperazione possa rispondere alle sfide ambientali e di mercato. La nostra missione è innovare, creare occupazione e generare valore sui territori. Qui siamo di fronte a una realtà che qualche anno fa rischiava la chiusura: oggi cresce, innova e crea lavoro».
Il progetto ha trovato fin da subito anche il sostegno della comunità tifernate, sempre vicina alla cooperativa nei momenti di sfida. Durante la conferenza è intervenuto anche il Sindaco di Città di Castello, che ha sottolineato: “Un sogno concreto che si avvera e premia la straordinaria determinazione e passione di tutti i protagonisti della cooperativa e le maestranze da qualche anno modello a livello internazionale di gestione imprenditoriale innovativa nel solco della tradizione attraverso progetti eco-compatibili di avanguardia come quello che viene inaugurato oggi”.
Presentato in anteprima a Madrid in occasione dell’evento europeo sui worker buyout, oggi l’impianto è attivo 24 ore su 24, pronto a segnare un nuovo percorso per la manifattura italiana.
«Non è solo innovazione – dice Lorenzo Giornelli responsabile Marketing di Ceramiche NOI – è una scelta strategica, economica, ambientale e sociale. Una sfida che abbiamo deciso di affrontare guardando al futuro».
La cooperativa ha anche aderito in maniera gratuita alla CER Perugia Green Energy, e come benefit aziendale avrà anche la condivisione familiare per ciascun socio nel fine settimana.
Presenti alla conferenza stampa Luca Secondi Sindaco Città di Castello, Danilo Valenti Presidente Legacoop Umbria, Riccardo Guerra Direttore Generale Sacofgas, Thomas De Luca Assessore all’energia all’ambiente Regione Umbria, Nicola Stabile Presidente cooperativa GBM, e collegati da remoto Simone Gamberini Presidente Legacoop Nazionale e Francesco De Rebotti Assessore allo sviluppo economico e alle politiche del lavoro della Regione Umbria.
La storia
Agli operai della vecchia proprietà a Città di Castello era stata comunicata la delocalizzazione in Armenia ad agosto 2019. Dopo i primi attimi di sconforto, messi si fronte alla possibilità di perdere il lavoro hanno deciso di investire nel proprio futuro e nel futuro del territorio. Si sono uniti in cooperativa ed hanno fondato Ceramica Noi, investendo 180 mila euro, acquistando i macchinari utilizzati dalla vecchia proprietà e affittando il capannone. “Tutti per uno un sogno per tutti “ recita lo slogan impresso sulla pelle che adesso acquista un significato maggiore, segno di chi ce l’ha fatta.
E così hanno riconquistato i vecchi clienti, per il 90 percento negli Stati Uniti, riuscendo a non fermare la produzione e ripartendo di slancio.
L’esperienza di Ceramica Noi indica una strada percorribile da tante altre imprese in crisi che anziché cessare l’attività possono essere salvate dai lavoratori in forma cooperativa grazie al sostegno di Legacoop Umbria.