Il corpo del 40enne fatto a pezzi in Colombia è rientrato oggi a Ravenna
RAVENNA – Il corpo di Alessandro Coatti, il biologo italiano ucciso e successivamente fatto a pezzi lo scorso 6 aprile a Santa Marta, in Colombia, sono rientrati oggi a Ravenna ma, prima della sepoltura, il corpo dovrà essere trasportato a Roma per altri giorni, in cui sarà sottoposto allo svolgimento di una seconda autopsia. Coatti è stato vittima di una banda criminale a Santa Marta sgominata grazie alla taglia e alle prove scientifiche.
A darne notizia è l’Ambasciata d’Italia a Bogotà, dopo che sabato 21 giugno sono stati eseguiti in diverse città della Colombia (Bogotà, Santa Marta, Medellin, Arjona-Bolivar) 4 provvedimenti restrittivi emessi dall’Autorità Giudiziaria del Dipartimento di Magdalena, nei confronti di quattro ventenni colombiani (3 uomini e una donna) ritenuti responsabili in concorso dell’omicidio di Coatti commesso il 6 aprile scorso a Santa Marta, dove era in vacanza.
I 4 fanno parte di una banda specializzata in rapine ed estorsioni, già identificata alcune settimane fa, che avrebbe adescato Coatti su un sito di incontri. L’italiano era convinto di organizzare una gita in Sierra Nevada, loro volevano solo estorcergli le credenziali bancarie.
Dai referti dell’autopsia è emerso, secondo i media colombiani, che il biologo italiano, prima di venire sequestrato e ucciso, sarebbe stato anche drogato.
Secondo quanto stabilito dagli esami forensi, Coatti è deceduto per una serie di colpi inferti con oggetti contundenti e solo in un secondo momento fatto a pezzi e gettato in diversi luoghi della città per depistare le indagini.
Gli inquirenti locali, alcuni giorni dopo l’omicidio, avevano individuato Andrea, la ragazza trovata in possesso del cellulare di Coatti. Proprio l’individuazione del telefono ha permesso di ricostruire le ore precedenti la scomparsa del biologo.