Insorge il PD viterbese che punta il dito contro vari esponenti della politica locale di Fratelli d’Italia
VITERBO – Un clamoroso cambio di rotta da parte del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin riaccende la tensione sul progetto del deposito nazionale di scorie nucleari. Dopo aver annunciato poche settimane fa – alla vigilia della manifestazione di Corchiano – l’intenzione del governo di rinunciare alla realizzazione di un unico deposito, ieri in Commissione Ambiente alla Camera il ministro ha smentito se stesso: “Il deposito unico si farà, anche senza un’intesa con i territori”, ha dichiarato, confermando l’intenzione di procedere con l’approvazione del progetto in Consiglio dei Ministri.
La svolta ha suscitato sconcerto e rabbia tra i rappresentanti locali e le comunità coinvolte, in particolare nella Tuscia, uno dei territori potenzialmente interessati dal sito di stoccaggio. La Federazione provinciale del Partito Democratico di Viterbo ha reagito con durezza, accusando il governo di incoerenza e di aver utilizzato dichiarazioni strumentali per smorzare la protesta popolare.
“Il tempismo del precedente annuncio ci era parso sospetto – scrive il PD in una nota – ma avevamo comunque apprezzato l’apertura. Ora il ministro smentisce tutto, pronto ad andare avanti anche senza il consenso delle comunità locali. È un atto grave e pericoloso, che rimette in discussione tutto”.
I dem accusano apertamente anche alcuni esponenti del centrodestra locale, come il sindaco di Civita Castellana Luca Giampieri, il consigliere regionale Daniele Sabatini e il presidente della Commissione Ambiente Mauro Rotelli, che nei giorni successivi all’annuncio iniziale del ministro avevano elogiato l’operato del governo, parlando di “decisioni condivise” e “rispetto per i territori”. “Ora attendiamo da loro parole chiare – scrive ancora il PD – perché il silenzio sarebbe una resa”.
Il Partito Democratico ribadisce la propria contrarietà al progetto del deposito unico e annuncia che continuerà a sostenere la mobilitazione dal basso: “Una battaglia trasversale, che non ha colori politici, e che riguarda il futuro della nostra terra”.
Con la nuova dichiarazione del ministro Fratin, torna dunque alta la preoccupazione per il destino della Tuscia, che potrebbe diventare il luogo di stoccaggio delle scorie radioattive italiane, nonostante l’opposizione unanime di cittadini, comitati e istituzioni locali.