San Martino al Cimino – Palazzo Doria Pamphilj chiuso da due anni: “Se fosse viva Donna Olimpia vi urlerebbe contro”

Lo storico Palazzo, gestito dall’azienda regionale LazioCrea, è abbandonato a sé stesso

I cittadini chiedono a tutte le istituzioni di intervenire sulla restituzione di un patrimonio fondamentale per la comunità

VITERBO – “A San Martino al Cimino c’è un silenzio strano“. Inizia così lo sfogo dei cittadini della frazione viterbese.

“Da più di due anni il portone del Palazzo Doria Pamphilj è chiuso, senza spiegazioni chiare, senza comunicati, senza sapere se ci sono lavori in corso oppure se si è deciso semplicemente di lasciarlo così. E noi sammartinesi, nel frattempo, restiamo a guardare, senza avere risposte”.

La struttura, ex sede dell’Apt (Associazione di promozione turistica), di proprietà della Regione Lazio, e dal 2017 in poi gestito dall’azienda regionale LazioCrea con il sostegno di Associazione Borromina per la realizzazione di eventi, visite teatralizzate in costume, incontri e convegni realizzati fino al 2022, con la possibilità anche di visitare le storiche stanze. 

“Il palazzo era tornato al centro della vita culturale del paese diventando una sorta di piccolo polo di attrazione. Aveva portato quindi anche movimento turistico, lavoro e tanto entusiasmo. Poi, dal mese di aprile del 2023, tutto si è fermato. E da allora c’è il silenzio più totale”.

Un Palazzo che parla di Donna Olimpia.

“Viene spontaneo chiedersi… cosa direbbe Donna Olimpia, oggi, nel vedere la sua creazione ridotta a questo stato? Lei che ha dato vita a San Martino, trasformandolo in un gioiello del Barocco, farebbe sentire la sua voce eccome. Perché questo palazzo parlava di lei, del suo coraggio, della sua ambizione. E oggi è muto“.

L’appello alle istituzioni.

“E’ ora di sapere perché è stato chiuso, se ci sono lavori previsti, se si vuole veramente restituire il luogo alla comunità.
Chiediamo che tutte le istituzioni del territorio si facciano sentire: Comune, Regione, Provincia.
San Martino al Cimino merita rispetto. E merita risposte“.

Conclude la richiesta alla restituzione di un patrimonio storico e culturale fondamentale per la comunità locale.