La vittoria di un movimento civico alle scorse comunali aveva acceso la speranza in città che si iniziasse a procedere in direzione di una vetus urbs che mettesse al primo posto della sua agenda il rispetto delle regole e la costruzione di un nuovo senso di comunità.
Purtroppo non è andata bene ed a tre anni dal voto ci ritroviamo un tessuto urbano lacerato come sempre, parcheggi selvaggi in ogni dove, strade faticose da percorrere ed una crisi etica e di valori stupefacente (altro che comunità ricostruita).
La sindaca ha iniziato una battaglia contro i bivacchi al centro storico con una certa decisione, ma il problema di Viterbo resta il parcheggio selvaggio che soffoca e brutalizza la città.
L’esempio più clamoroso nella città vecchia è Via delle Fabbriche, strada stretta e invasa dalle auto in sosta che rendono il passaggio ai pedoni difficoltoso oltre che pericoloso.
Per una aspirante capitale europea della cultura sono segnali inquietanti e mortificanti perchè offrono il quadro di una società indifferente alle leggi e al codice della strada, dove manca completamente il rispetto del prossimo ed una condivisa coscienza civile.
Una società che più di tutto avrebbe bisogno di corsi diffusi di educazione civica e di istituzioni che facciano rispettare le regole per non precipitare nella barbarie urbana.
Sì, perchè Via delle Fabbriche rappresenta un caso di autentica barbarie urbana e non si capisce perchè nessuno intervenga a liberarla, magari con un’ordinanza straordinaria, dallo stato pietoso e angosciante in cui versa.
(pasquale bottone)