Addio a Marietto, simbolo di Civitavecchia: un’anima buona che ha fatto del bene il suo mestiere

CIVITAVECCHIA – Da settimane la sua assenza non passava inosservata. Chiunque, passando per le vie del centro o tra i banchi del mercato, si chiedeva dove fosse finito quel volto amico, familiare, sempre pronto a regalare un sorriso. Sabato sera la notizia che nessuno avrebbe mai voluto ricevere: Marietto non c’è più.

Un pezzo autentico della città se ne va, lasciando un vuoto profondo tra le generazioni che l’hanno conosciuto e amato. Marietto non era solo un personaggio: era una vera istituzione civitavecchiese. Con i suoi modi semplici, forse un po’ buffi, ma sempre genuini, trasmetteva una bontà d’altri tempi. La sua disponibilità, il suo altruismo, il suo cuore grande lo hanno reso uno dei volti più amati della città.

Instancabile lavoratore, ha vissuto mille vite: dalle esperienze con Carabetta fino ai giorni al mercato, dove era conosciuto da tutti e dove aiutava chiunque, senza mai tirarsi indietro. Indimenticabile la sua premura verso le signore anziane, che accompagnava fino alle auto portando con cura i loro sacchetti della spesa. Sempre pronto a tendere una mano, a farsi in quattro per il prossimo, e soprattutto per la sua famiglia, che amava sopra ogni cosa.

Marietto era bontà fatta persona. Un uomo semplice, vero, che ha saputo conquistare l’affetto sincero di un’intera comunità. Resterà per sempre tra i simboli più autentici del folklore civitavecchiese, un legame tra il passato e il presente della città.

Civitavecchia oggi piange uno dei suoi figli più veri. Ma Marietto continuerà a vivere nei ricordi, nei sorrisi e nella gratitudine di chi ha avuto la fortuna di incontrarlo.