Montefiascone in festa: cento anni di pane e tradizione del Panificio Mari

MONTEFIASCONE Ieri pomeriggio Piazza Roma a Montefiascone si è trasformata in un teatro di lievito, farina e calore umano per celebrare un secolo di storia del Panificio Mari. Un’intera comunità si è ritrovata attorno ai forni accesi, tra profumi invitanti, musica e convivialità.

    • Accensione dei forni e benedizione
      Alle 17 l’Arcivescovo Mons. Fabio Fabene ha benedetto simbolicamente il pane, accompagnato dal taglio del nastro con la sindaca Giulia De Santis, la vicesindaca Rosita Cicoria, il segretario CNA Attilio Lupidi, il vicepresidente Claudio Cavalloro e Mauro Mari, attuale titolare del forno.
    • Annullo filatelico commemorativo
      Poste Italiane ha celebrato l’anniversario con uno speciale annullo raffigurante il logo “1925‑2025”.
    • Conferenze e riflessioni sul futuro
      Docenti dell’Università della Tuscia hanno discusso intolleranze al frumento, contrasto alle fake‑news e qualità delle filiere, insieme a Molino Casillo, Formasal e CNA sul tema del ricambio generazionale.
    • Laboratorio in piazza e degustazioni
      Due forni artigianali con lievito madre hanno sfornato pane, pizze, porchetta e dolci, serviti gratuitamente ai presenti.
    • Stand gastronomici e pasticceri d’eccellenza
      Una decina di aziende locali, tra panifici e pasticcerie – tra cui Alba, Garibaldi, Le Delizie dei Borbone e Giusti – hanno partecipato con grandi preparazioni artigianali.
    • Riconoscimenti istituzionali
      Il Forno Mari, quarta generazione, ha ricevuto la targa come “Bottega storica del Lazio” e lodi dall’Amministrazione per la sua resilienza in un centro storico che ha sofferto lo spopolamento).

Un secolo tra storia, famiglia e impasti

Fondata nel 1925 da Teresa Bruzziches, la storia del Panificio Mari è un viaggio nel tempo: da piccolo forno in via Butinale (con ancora oggi visibile la “bocchetta” originale), a emporio artigianale moderno in Corso Cavour, sempre in mano alla stessa famiglia per quattro generazioni. Mauro Mari, pronipote di Teresa, racconta con orgoglio la passione che alimenta la loro arte: “Ho il pane nel sangue”.

Atmosfera e significato

La festa ha ricordato ai cittadini che fare il pane non è solo una tradizione culinaria, ma anche un gesto comunitario e simbolico: è condivisione, identità, memoria e futuro. Tra una pagnotta calda e un concerto, Montefiascone ha riscoperto i valori del saper fare artigiano e dell’orgoglio territoriale.

L’invito che resta oggi

Se vi siete persi la festa, non perdetevi il forno in Piazza Roma: aneddoti tra vecchie fotografie, impasti a vista e racconti dal secolo scorso vi aspettano. E nei cestini di pane troverete il gusto autentico di una comunità che celebra le radici per costruire il futuro.