Incarichi incrociati nei porti di Cagliari e Ravenna: l’esposto del giornalista Mauro Pili su possibili conflitti d’interesse

Denunciato un presunto scambio di favori tra Massimo Deiana, Daniele Rossi e la compagna di quest’ultimo Ines Simona Pisano consigliere del TAR Bologna

CAGLIARI/RAVENNA – Potrebbero esserci nomine reciproche, compensi a cinque zeri e rapporti personali dietro alcuni affidamenti pericolosamente opachi nelle Autorità di Sistema Portuale della Sardegna e di Ravenna.

A sollevare il caso è il giornalista professionista Mauro Pili, che ha presentato un articolato esposto alle Procure della Repubblica di Cagliari e Ravenna, nonché all’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), per chiedere accertamenti su presunti incarichi irregolari e possibili conflitti d’interesse.

Al centro dell’attenzione due grandi appalti pubblici:

  • la realizzazione del Terminal Ro-Ro nell’avamporto ovest del Porto Canale di Cagliari, del valore di circa 291,9 milioni di euro;
  • la realizzazione dell’impianto di trattamento del materiale di escavo nel porto di Ravenna, seconda fase – quarto stralcio, dal valore di oltre 110 milioni di euro.

Nomine incrociate e relazioni personali

Secondo quanto denunciato da Pili, il 29 gennaio 2024 il presidente dell’Autorità Portuale della Sardegna Massimo Deiana avrebbe nominato la dottoressa Ines Simona Pisano (consigliere del TAR Bologna) presidente del Collegio Consultivo Tecnico per l’opera di Cagliari, con un compenso fisso stimato in 176.663 euro, più 10.000 euro di spese. L’atto è stato firmato anche dal segretario generale Natale Ditel e reso esecutivo.

Uno stralcio dell’esposto presentato dal giornalista Mauro Pili

Pochi mesi dopo, in quello che Pili definisce un caso di “reciprocità”, l’Autorità Portuale di Ravenna, guidata da Daniele Rossi, avrebbe nominato lo stesso Massimo Deiana presidente del Collegio Consultivo Tecnico per l’opera a Ravenna, con un compenso complessivo di circa 223.000 euro, anch’esso sostenuto in parte da fondi pubblici.

Pili sottolinea un potenziale conflitto d’interesse: la dottoressa Pisano risulterebbe sentimentalmente legata – relazione dichiarata e documentata, secondo l’esposto – al presidente dell’Autorità Portuale di Ravenna Daniele Rossi, il quale a sua volta avrebbe poi nominato Deiana, collega sardo della Pisano, come presidente del collegio consultivo per Ravenna.

Dubbi su trasparenza e procedura

A generare ulteriori sospetti sarebbero le modalità delle nomine. Secondo quanto si legge nell’esposto, non risultano bandi pubblici né selezioni trasparenti per tali incarichi, che invece avrebbero dovuto essere assegnati con criteri di evidenza pubblica, nel rispetto dei principi di imparzialità e rotazione.

Le nomine avrebbero generato compensi personali elevati, pur essendo ruoli di garanzia nell’interesse della Pubblica Amministrazione. In nessuno dei casi sarebbe stata fornita una motivazione adeguata o una valutazione comparativa delle competenze dei soggetti nominati, lasciando spazio al sospetto che tali incarichi siano stati assegnati in modo discrezionale e “incrociato”.

Un sistema da chiarire: reciproche designazioni?

L’elemento che più allarma Mauro Pili è la possibilità che si tratti di nomine “a specchio”, ovvero: Deiana nomina Pisano a Cagliari, Rossi nomina Deiana a Ravenna. Questo, secondo il giornalista, potrebbe rappresentare un sistema opaco di assegnazione di ruoli di rilievo con risorse pubbliche, senza sufficiente giustificazione tecnica o legale.

Nel suo esposto, datato 26 giugno 2025, Pili chiede espressamente alle due Procure e all’ANAC di valutare l’eventuale rilevanza penale dei fatti, e di individuare, se del caso, i responsabili per le eventuali violazioni commesse. In caso emergessero ipotesi di reato perseguibili solo su querela, lo stesso Pili ha formalmente presentato denuncia-querela.

Le autorità chiamate a chiarire

L’esposto si conclude con una richiesta formale di avviso ai sensi degli articoli 406 e 408 del Codice di Procedura Penale, qualora si decidesse per una proroga delle indagini o per l’archiviazione.

Un caso che potrebbe sollevare interrogativi pesanti sulla gestione degli appalti pubblici nei porti italiani, soprattutto in relazione a rapporti personali tra vertici istituzionali e sulla trasparenza delle nomine nei collegi tecnici preposti alla vigilanza sulle grandi opere.

Se confermate, le dinamiche delineate da Mauro Pili configurerebbero una gestione incrociata delle nomine pubbliche in contrasto con i principi di imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa sanciti dalla Costituzione.