Frosinone – Mattinata ad alta tensione quella di giovedì 17 luglio a Palazzo Iacobucci, sede istituzionale della Provincia di Frosinone. Polizia di Stato e Guardia di Finanza hanno effettuato un blitz all’interno degli uffici della Stazione Unica Appaltante (SUA) e di altri settori strategici, su delega della Procura della Repubblica di Cassino, nell’ambito di un’inchiesta giudiziaria ancora in fase iniziale ma dal potenziale impatto significativo.
Le forze dell’ordine, coordinate dal procuratore capo Carlo Fucci, hanno proceduto all’acquisizione di una consistente mole di documenti relativi a gare pubbliche e affidamenti per il servizio di gestione dei rifiuti in diversi comuni del territorio. L’appalto sotto esame, secondo quanto trapelato da fonti investigative, ammonterebbe a circa 40 milioni di euro, rendendolo uno dei più rilevanti per valore economico tra quelli gestiti negli ultimi anni dalla Provincia.
Un’inchiesta ad ampio raggio
Il fascicolo, aperto dalla Procura di Cassino, si concentra sul ruolo della Stazione Unica Appaltante, struttura incaricata di centralizzare le procedure di gara per conto dei Comuni del Frusinate. Gli accertamenti riguardano la regolarità delle procedure seguite, i criteri di assegnazione e la successiva gestione dei servizi appaltati.
Il procuratore Fucci, in una breve dichiarazione, ha confermato l’avvio dell’indagine, sottolineando che “siamo nelle fasi iniziali e vige il massimo riserbo”, ribadendo tuttavia la determinazione della Procura nel voler “tutelare i cittadini e garantire trasparenza nella gestione della cosa pubblica”.
Sotto la lente anche società già attenzionate in Campania
Secondo alcune indiscrezioni, l’attività investigativa non si limiterebbe alla sola provincia di Frosinone. Sotto osservazione ci sarebbe una società operante nel settore ambientale, già appaltatrice in diverse aree del Lazio e della Campania, e già coinvolta in una precedente inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere per presunte irregolarità nella gestione dei rifiuti e nella partecipazione a gare pubbliche.
Non è escluso, dunque, che le acquisizioni di giovedì rappresentino solo la prima fase di un’indagine destinata ad allargarsi, con possibili risvolti anche di carattere interprovinciale o nazionale.
Nessun indagato (per ora)
Fonti investigative confermano che, al momento, non risultano iscrizioni nel registro degli indagati, né sono state formulate ipotesi di reato. La natura ancora esplorativa dell’operazione lascia spazio a ulteriori sviluppi nelle prossime settimane, soprattutto in caso emergano anomalie nella documentazione acquisita o connessioni con soggetti già attenzionati in precedenti procedimenti.
Un settore ad alto rischio
Il comparto dei rifiuti è da anni considerato ad alto rischio di infiltrazioni e mala gestione, proprio per la sua rilevanza economica e la complessità delle gare. La centralizzazione delle procedure nella Stazione Unica Appaltante – che dovrebbe garantire efficienza e legalità – diventa così un crocevia delicato, dove ogni irregolarità può avere effetti sistemici.
Le prossime mosse
Nei prossimi giorni gli inquirenti procederanno alla catalogazione e all’analisi dei documenti prelevati durante il blitz. Non si esclude che possano seguire ulteriori perquisizioni, escussioni testimoniali o richieste di proroga delle indagini preliminari.
Resta alta l’attenzione anche tra i dipendenti dell’ente provinciale, sorpresi dall’irruzione degli investigatori, e tra i sindaci dei comuni coinvolti negli appalti oggetto dell’inchiesta.