LIVORNO – Altro capolavoro sulle nuove nomine dei presidenti delle autorità portuali. Appena nominato presidente al porto di Genova Matteo Paroli si ritrova con una condanna sulle spalle per come ha operato nel porto di Livorno.
A quasi tre anni dalla prima assoluzione, arriva un colpo di scena nella vicenda giudiziaria legata alle concessioni temporanee nel porto di Livorno. La Corte d’Appello di Firenze ha infatti riformato la sentenza con cui, nel dicembre 2022, il tribunale labronico aveva assolto con formula piena tutti gli imputati. L’unico a uscire del tutto indenne dal processo, anche in secondo grado, è Federico Baudone, dirigente di Sintermar, già assolto su richiesta della stessa procura.
La nuova sentenza ha invece condannato a un anno di reclusione (pena sospesa) per falso in atto pubblico l’ex presidente dell’Autorità portuale, Stefano Corsini, l’ex segretario generale Massimo Provinciali e l’imprenditore Corrado Neri, classe 1975. Secondo la Corte, i tre avrebbero agito in concorso per rilasciare due autorizzazioni temporanee all’occupazione di banchine nel marzo e nel settembre 2018, considerate irregolari dalla procura.
Il procedimento ruotava attorno a un sistema di concessioni trimestrali per l’uso delle banchine 14E, 14F e 14G da parte di alcuni terminalisti. Una pratica che, secondo l’accusa, violava le regole e aggirava la necessità di avviare concessioni ordinarie più trasparenti. Di tutt’altra opinione le difese, che hanno sempre sostenuto la legittimità della scelta, presentandola come una soluzione temporanea ma efficace per evitare la paralisi operativa del porto e, al contempo, garantire entrate maggiori all’ente. Una posizione ribadita anche in aula dall’ex presidente Corsini, che nel corso del dibattimento spiegò come, secondo lui, quella soluzione avesse permesso un incasso superiore e un miglior utilizzo delle banchine.
La Corte d’Appello ha però dato un’interpretazione diversa rispetto ai giudici di primo grado e ha ritenuto il reato configurabile, almeno per i fatti avvenuti dopo marzo 2018. Tutti gli episodi precedenti, infatti, sono stati dichiarati prescritti. Per questo motivo sono stati prosciolti altri nomi noti del settore, tra cui Corrado Neri (classe 1962), l’ex dirigente del demanio Matteo Paroli (oggi commissario straordinario del porto di Genova), il manager Costantino Baldissara, Massimiliano Ercoli di Seatrag e Luca Becce.
A pronunciare la sentenza è stato il collegio presieduto da Alessandro Nencini, presidente della Corte d’Appello di Firenze, che proprio in questa occasione ha firmato l’ultima sentenza della sua carriera, annunciando in aula il pensionamento.
Dopo la sorpresa iniziale per l’assoluzione in primo grado, la decisione dei giudici fiorentini ha provocato reazioni altrettanto forti, ma di segno opposto. Massimo Provinciali ha commentato con amarezza: “Siamo rimasti tutti molto sorpresi, perché dal dibattimento non sembravano essere emersi elementi nuovi rispetto a quelli evidenziati nel primo grado. Leggeremo le motivazioni e capiremo cosa non ha convinto la Corte”.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate nei prossimi mesi. Nel frattempo, è quasi certo che i legali degli imputati condannati presenteranno ricorso in Cassazione per cercare un nuovo ribaltamento. Il caso, che ha messo al centro uno dei nodi più delicati della gestione portuale, è tutt’altro che chiuso.