Somigli (Uil Scuola): “Oltre 285mila precari in Italia, è emergenza sociale”

ITALIA – “Scuola, i precari in tutta Italia sono oltre 285 mila. Siamo di fronte a una vera e propria emergenza sociale”. A dichiararlo è la segretaria generale della Uil scuola di Viterbo Silvia Somigli.

“I contratti di supplenza sottoscritti, tra docenti e personale Ata – dice Somigli –, hanno raggiunto quota 285 mila. I numeri, diffusi dal ministero dell’Istruzione sul precariato scolastico nell’anno 2023/24, sono semplicemente allarmanti”.

Nel dettaglio, i contratti di supplenza per i docenti hanno toccato la cifra record di 232.472, di cui 177.101 su cattedre intere e 53.371 su spezzoni orari. Anche tra il personale Ata si registra una crescita significativa, con 53.457 supplenze complessive, 3.036 in più rispetto all’anno precedente. 27 mila in più rispetto invece a 10 anni fa”.

“Nonostante il continuo susseguirsi di concorsi ordinari, straordinari, Stem, Pnrr – prosegue Somigli –, il precariato dal 2015 è più che raddoppiato. I contratti a tempo, complessivamente, sono infatti passati da 126.679 a 285.929. A ciò si aggiunge che la legge di bilancio ha previsto un taglio di 5600 posti per il personale docente e di 2174 posti di collaboratore scolastico. Una misura che va nella direzione opposta rispetto alla necessità di garantire continuità didattica per gli alunni e una prospettiva di stabilizzazione per lo stesso personale”.

“Anche per il personale Ata – sottolinea poi Somigli – la situazione è critica: quasi un lavoratore su cinque ha un contratto a tempo determinato. Il ricorso sistematico alle supplenze incide negativamente su tutta l’organizzazione scolastica”.

“Per la Uil Scuola – conclude Somigli – serve un piano straordinario di immissione in ruolo, la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto, il pieno utilizzo di tutte le graduatorie esistenti, comprensive degli idonei. La politica deve prendere atto che il sistema di reclutamento fin qui attuato è stato fallimentare. Una scuola precaria rende un paese precario”.