ORTE – Il Comitato Pendolari, prosegue nella sua denuncia contro i gravissimi disagi che da tempo è costretto a subire. Disperazione e rabbia che arrivano fino al presidente Mattarella, come dimostra la missiva inviata.
Egregio Presidente Mattarella,
i Comitati Pendolari Orte e Teverina che Le scrivono, rappresentano oltre 1000 famiglie, donne, uomini, ragazze e ragazzi che ogni giorno si recano a Roma in treno per lavoro, per studio, per cure mediche e per tanti altri motivi.
Scriviamo a Lei perché nessuno ha preso in seria considerazione le nostre richieste, né ha veramente compreso la gravità della situazione cui stiamo andando incontro.
Tra i numerosi responsabili di questa situazione con i quali non riusciamo ad avere un’interlocuzione, ci sono il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, gli Amministratori Delegati di RFI e di Trenitalia e l’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART).
Presidente, noi ci rechiamo tutti i giorni presso la Capitale per motivi di lavoro, studio, salute e viaggiamo sui treni delle Ferrovie dello Stato; i treni di cui facciamo menzione sono i “Regionali Veloci” che mettono in comunicazione le Regioni Lazio, Umbria, Marche e Toscana e Roma e che fermano ad Orte (VT), nodo ferroviario strategico perché tale lo definisce FS.
Da sempre questi treni viaggiano sulla linea “Direttissima” ed impiegano dai 35 ai 45 minuti circa per arrivare nella Capitale.
Il problema è che le Istituzioni in copia stanno programmando di toglierci i nostri treni, spostandoli in modo definitivo su un’altra linea, quella “convenzionale” anche detta “linea lenta”, già utilizzata dai treni ad alta frequentazione (t.a.f.) da e per Fiumicino e che effettuano numerose fermate intermedie.
Da diversi mesi noi pendolari, a causa dei lavori sulla linea “Direttissima”, subiamo giornalmente forti disagi quali: ritardi, cancellazioni, instradamenti in linea lenta senza preavviso, viaggi in piedi a causa del sovraffollamento dei treni. Tutto ciò aggravato da materiale rotabile vetusto con servizi igienici, sistemi di areazione e condizionamento spesso non funzionanti.
A tutto questo, Presidente, si aggiungono altre spiacevoli conseguenze quali la perdita dei nostri giorni di ferie, spesi per giustificare i ritardi, il saltare gli appuntamenti familiari con i nostri figli ed con i nostri genitori anziani e qualsiasi altra interruzione di attività sociale. Molte persone stanno optando per sostituire l’auto privata al treno, ormai inaffidabile, scelta questa, però, dannosa per l’ambiente e per i bilanci familiari.
La situazione è già tragica così, ma a renderla inaccettabile, come accennato sopra, è una Delibera dell’ART (la n. 178/2024) in base alla quale, al prossimo cambio orario di dicembre 2025, i nostri treni saranno dirottati in maniera definitiva in linea lenta con aggravio dei tempi di percorrenza casa/lavoro e viceversa, di 35 minuti all’andata e di 35 minuti al ritorno.
Per di più, questa scellerata decisione è dettata da motivi esclusivamente economici: privilegiare i treni a mercato dell’Alta Velocità anche in vista dell’ingresso di concorrenti esteri, a totale discapito della mobilità sostenibile dei pendolari delle Regioni del centro Italia.
La nostra voce fortunatamente non è passata inosservata ad alcune figure politiche locali, provinciali, regionali e parlamentari che hanno cercato di sensibilizzare le FS sulla nostra problematica, ma quello che ormai risulta chiaro è che gli attori principali di questa manovra stanno perseverando nell’attuarla, calpestando il nostro diritto di cittadini di vivere nel nostro territorio, e disattendendo anche le indicazioni europee che vanno verso l’incentivazione di una mobilità sostenibile.
Come avrà capito, Presidente, noi siamo disperati. Non avremmo mai disturbato la Sua illustre persona ma alla luce di quanto detto, senza un intervento autorevole e di altissimo profilo, come il Suo, riteniamo che non si possa impedire il tragico epilogo che si sta paventando a partire da dicembre 2025.
Con la speranza che Lei possa aiutarci, lasciamo in calce i nostri riferimenti.
Il Comitato Pendolari Orte
Il Comitato Pendolari Teverina