La proposta è stata presentata in una lettera inviata al sindaco Pietro Tidei
SANTA SEVERA – Ha per oggetto “Proposta di avvio tavolo per il recupero del Convento dell’Immacolata Concezione – Centro per il riscatto umano e spirituale”, la missiva che Alessandro Scotto ha inviato al primo cittadino, di seguito pubblicata.
“Egregio Signor Sindaco,
mi rivolgo a Lei non soltanto come Presidente dell’Associazione Civitavecchia 2000, ma come uomo, come cittadino e come credente profondamente convinto che alcuni luoghi non appartengano solo al passato, ma possano ancora essere il grembo di un futuro migliore.
Il Convento dell’Immacolata Concezione a Santa Severa è molto più che un edificio: è una ferita aperta nel cuore del territorio, ma anche una possibilità. Un angolo di silenzio e di preghiera oggi abbandonato, che potrebbe diventare sorgente di vita, riscatto e speranza per chi ha smarrito la strada.
Per questo, Le chiedo ufficialmente di farsi promotore, insieme alla nostra Associazione, di un tavolo di confronto con i Frati Minori Conventuali, al fine di avviare un progetto di riconversione di quel luogo in un centro dedicato al recupero di giovani tossicodipendenti o al reinserimento di donne strappate alla strada. Dove oggi regna l’abbandono, potrebbe rifiorire la dignità.
Ciò che proponiamo non è una semplice opera assistenziale, ma un atto di giustizia e carità. La carità non è un gesto accessorio, è il battito profondo di una civiltà che non ha smarrito il volto dell’altro. Dove l’uomo è crollato, lì deve sorgere una casa; dove c’è degrado, lì va piantato un seme.
Perché dentro ognuno di noi, anche nel cuore più tormentato, esiste un frammento di cielo che aspetta solo di essere liberato. Nessun uomo è perduto per sempre. A volte basta una mano, un luogo sicuro, uno sguardo che non giudica. Un convento può tornare a essere questo: un luogo che guarisce, che educa, che perdona. Una ferita che si fa fiamma.
Le chiedo, con rispetto e con fervore, di accogliere questo appello. In un’epoca in cui è facile costruire centri commerciali e difficile costruire centri di umanità, abbiamo il dovere morale di scegliere ciò che serve davvero.
Siamo pronti a fare la nostra parte con progetti, relazioni e tutto l’impegno civile e spirituale che ci anima. Ma abbiamo bisogno della Sua voce, del Suo coraggio.
La prego, Sig. Sindaco: non lasciamo morire anche l’ultima possibilità di rinascita che quel convento ci offre. Trasformiamo insieme la pietra in carne, il passato in futuro, la ferita in rinascita.
Resto in attesa di un Suo gentile riscontro, confidando nella Sua sensibilità e nella visione di una politica che non dimentica i più fragili”.