VITERBO – Restano ancora diversi punti da chiarire sull’incidente avvenuto la sera del 21 agosto lungo la strada provinciale SP25 di Canepina, nel Viterbese, che ha visto protagonista un bambino di due anni, giunto in Italia tre mesi fa insieme alla famiglia dalla Romania.
Il piccolo, che viaggiava a bordo di una Nissan condotta da un amico di famiglia, era in auto con la madre e il fratellino di tre anni, diretto con loro a fare la spesa in un supermercato della zona. Improvvisamente lo sportello si sarebbe aperto e il bambino è precipitato sull’asfalto. Secondo quanto riferito dai familiari, a causare l’incidente sarebbe stato il fratellino maggiore: avrebbe prima sganciato la cintura del seggiolino del piccolo, poi aperto la portiera.
Al momento dell’ispezione del veicolo, tuttavia, la polizia avrebbe riscontrato l’assenza di seggiolini, o la presenza di uno soltanto per entrambi i bambini. È su questo punto che si concentra il “giallo”: la Procura di Viterbo, che ha già ricevuto il verbale della squadra mobile, dovrà stabilire se vi siano responsabilità da parte dei genitori o del conducente in merito alla mancata osservanza dell’articolo 172 del Codice della strada, che impone l’uso obbligatorio dei seggiolini per i minori sotto i 4 anni.
Subito dopo l’incidente, la madre ha portato il figlio al pronto soccorso dell’ospedale Santa Rosa di Viterbo, da dove è stato trasferito in eliambulanza al Gemelli di Roma. Il bambino, ricoverato nel reparto di neurochirurgia infantile, ha riportato un trauma cranico e una sospetta frattura orbitale: la prognosi è di 20 giorni, ma la sua vita non è in pericolo.
La famiglia, come riferito dal padre agli inquirenti, si trova in Italia da pochi mesi, ospite del proprietario della Nissan, e si mantiene con lavori saltuari in attesa di una sistemazione stabile. Anche l’uomo e l’amico che guidava l’auto hanno confermato la versione già fornita dalla madre. Resta però da chiarire definitivamente la questione dei seggiolini, elemento centrale per le indagini.