Viterbo – Santa Rosa, allarme sicurezza: non si escludono legami con mafia turca, si cercano complici

Dopo i molti arresti avvenuti nei mesi passati, è possibile che vi siano collegamenti con i due fermati ieri

VITERBO – Momenti di paura a Viterbo durante le celebrazioni di Santa Rosa, quando due cittadini di origine turca sono stati arrestati, come evidenziato nel nostro scoop ricco di dettagli. Nel particolare, il ritrovamento di una mitraglietta e altre armi da parte della Digos, che ha fatto irruzione nel pomeriggio di ieri nel B&B sulla salita di via Santa Rosa che conduce al Santuario.

Gli uomini, trovati in possesso di armi da fuoco e un mitra, sono stati fermati nel giorno più importante per la città, quello del trasporto della Macchina di Santa Rosa. Una presenza che, se non neutralizzata, avrebbe potuto scatenare panico e caos tra i fedeli e i cittadini accorsi in massa.

I due sono stati condotti in procura e interrogati dal pubblico ministero competente. Le indagini sono in corso a 360 gradi e non si esclude che i fermati facciano parte della rete della cosiddetta mafia turca, già al centro di numerose operazioni nella Tuscia negli ultimi anni. Per ragioni di sicurezza, la Macchina di Santa Rosa è stata fatta sfilare con particolari cautele e un presidio straordinario di forze dell’ordine, affiancate anche da reparti speciali giunti dalla capitale.

L’arresto di ieri non appare come un episodio isolato. Negli ultimi mesi, infatti, la Tuscia è stata più volte teatro di operazioni legate alla criminalità turca:

  • Maggio 2024 – In un maxi blitz internazionale, con epicentro a Bagnaia e in altri comuni della provincia, furono arrestate 18 persone. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, smantellò una rete accusata di traffico d’armi, droga, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e finalità terroristiche.
  • Marzo 2025 – A Vetralla, un uomo legato a quella rete fu arrestato in flagranza con armi e stupefacenti. Pochi mesi dopo ha patteggiato una condanna a oltre 4 anni di reclusione.
  • Maggio–Giugno 2025 – Nella fase processuale seguita al blitz del 2024, la procura ha chiesto pene per complessivi 100 anni di carcere contro 14 imputati, a conferma della pericolosità e della struttura organizzata del gruppo.
  • Agosto 2025 – A Viterbo, in un affittacamere del centro, è stato arrestato un cittadino turco ricercato a livello internazionale per crimini violenti, estorsione, riciclaggio e uso di armi. Nell’operazione furono fermati anche altri tre connazionali per accertamenti.

La sequenza ravvicinata di interventi – dal blitz del 2024 agli arresti degli ultimi mesi – fa emergere un quadro chiaro: la Tuscia è diventata una delle basi operative della mafia turca in Italia. Gli investigatori stanno ora verificando se anche i due fermati durante Santa Rosa siano parte della stessa organizzazione.

Se così fosse, il rischio corso dalla città nel giorno del trasporto della Macchina assumerebbe contorni ancora più inquietanti, inserendosi in una strategia criminale più ampia e radicata, capace di muoversi tra traffici internazionali e infiltrazioni locali.

Viterbo – Macchina di Santa Rosa, sventato possibile attentato