Viterbo – Mafia turca, la Tuscia al centro della guerra tra i Dalton e i Caspers

L’ammasso di manovalanza armata per liberare con un blitz Ismail “Hamush” Atız

Viterbo, fine agosto 2025. Due uomini armati fino ai denti, appartenenti al clan turco dei Caspers (antagonisti ai Dalton), vengono arrestati dalla polizia il 3 settembre, giorno del trasporto della Macchina di Santa Rosa.

Non si tratta di un episodio isolato né di una scoperta casuale: dietro a quelle armi pronte a sparare c’è una storia che intreccia faide di sangue, boss latitanti, traffici internazionali e la guerra sotterranea tra le due principali organizzazioni criminali turche di nuova generazione, i Dalton e i Caspers.

Viterbo – Santa Rosa, attentato sventato: il video dell’arresto dei due turchi armati

Una guerra che dalla Turchia si è ormai spostata in Spagna e, sorprendentemente, trova nella Tuscia una delle sue basi operative.

La scintilla: la guerra in Costa del Sol

Tutto ha inizio sulle coste della Spagna, diventate negli ultimi anni il terreno di conquista delle mafie turche per il controllo del traffico di droga e delle estorsioni.

A luglio 2025, nel parcheggio di un supermercato ad Estepona, Dalton e Caspers si fronteggiano a colpi di pistola: un regolamento di conti in pieno giorno che finisce con un civile ferito.

Poche settimane dopo, ad agosto, un sicario dei Çirkinler – alleati dei Caspers – uccide a Torrevieja un membro di spicco dei Dalton, Caner Koçer. È la conferma che la guerra è aperta e senza esclusione di colpi.

L’arresto che cambia gli equilibri

Ismail Hamus Atiz leader di Caspers arrestato a Viterbo

Mentre in Spagna si spara, a Viterbo si muovono gli uomini della polizia. Il 28 agosto 2025, in un hotel della città, scatta il blitz che porta alla cattura di İsmail “Hamush” Atız, leader dei Caspers, nemico giurato di Boyun, ricercato dall’Interpol per omicidi, traffico di droga e associazione mafiosa.

Atız era già stato fermato a luglio in Germania, ma liberato dopo pochi giorni perché la giustizia tedesca aveva rifiutato l’estradizione in Turchia. A Viterbo, invece, cade nelle mani delle forze dell’ordine italiane, insieme a tre suoi uomini.

La sua cattura non passa inosservata: i Dalton intravedono l’occasione di colpire i rivali indeboliti, mentre i Caspers cercano di riorganizzarsi.

La Tuscia, retrovia armata dei Dalton

Le armi sequestrate all’organizzazione criminale dei Dalton simili a quelle rinvenute a Viterbo\

Ma perché tutto accade proprio qui, nel cuore della Tuscia?

Le indagini degli ultimi anni hanno svelato un quadro inquietante: la provincia di Viterbo è diventata una retrovia strategica per i Dalton, grazie alla presenza stabile di numerosi membri del clan.

A Vetralla, Tuscania, Nepi e Bagnaia vive da tempo una fitta rete di uomini di Barış Boyun, il boss dei Dalton considerato il “fratello maggiore” e già arrestato in Italia nel 2024 (attualmente detenuto vicino Milano). Proprio qui, in mezzo alla campagna viterbese, sono stati nascosti arsenali con mitragliatrici Uzi, kalashnikov e persino bombe a mano, pronti per essere usati.

Gli inquirenti hanno ricostruito il ruolo di figure chiave:

  • Caglar Senci, 27 anni, vive a Tuscania da oltre quindici anni. È ritenuto il più longevo e radicato tra i sodali turchi in zona. È lui ad aver trasportato armi e affiliati, ed è il tramite diretto con il viterbese Giorgio Meschini, che grazie alla conoscenza del territorio ha agevolato i movimenti del clan, raccogliendo armi e denaro per sostenere Boyun.
  • Kerem Akarsu (24 anni) e Friki Faith Cancin (42 anni), entrambi con obbligo di dimora a Montefiascone, facevano parte della scorta di Boyun e della moglie. Cancin era anche incaricato di recuperare denaro contante per pagare gli avvocati del boss.
  • A Vetralla operavano anche Ahmet Durmus, considerato coordinatore del gruppo e incaricato del trasporto di armi lunghe e uomini, e Firat Cogalan, 29 anni, protagonista di condotte estorsive con armi da guerra.
  • Infine Demir Bayram, 32 anni, residente a Nepi, è indicato come possibile capo di una fazione parallela ma fedele a Boyun.

Durmus, Demir, Senci, Cancin, Akarsu e Cogalan, secondo l’ordinanza, “sono chiamati a utilizzare le armi in dotazione all’associazione, hanno espresso fedeltà a Boyun e ai suoi obiettivi terroristici, proteggendone la vita nella consapevolezza della sua caratura criminale”.

Un’indagine complessa, iniziata nell’ottobre 2023 con tre arresti a Chiasso (Akarsu, Cancin e Tolga Gueltepe), quando fu fermata la scorta armata del boss: a bordo dell’auto pistole, giubbotti antiproiettile e documenti riconducibili al leader.

Ed è in questo contesto che, a inizio settembre, finiscono in manette due uomini del clan Dalton, sorpresi in provincia di Viterbo con armi da guerra pronte all’uso. Secondo gli investigatori, i due erano parte di un gruppo incaricato di proteggere il territorio e rispondere a eventuali attacchi dei Caspers, oppure pronti a colpire per approfittare del vuoto di potere lasciato dall’arresto di Hamush. Non era loro intenzione fare alcun tipo di azione terroristica ma soltanto pronti a difendersi od offendere; ma anche preparati ad un eventuale assalto per liberare il loro capo.

La cattura dei due Dalton è solo l’ultimo tassello di una vicenda più ampia. La domanda che si pongono magistrati e forze dell’ordine è cruciale: chi si sta armando nella Tuscia?

Perché qui, lontano dai grandi centri metropolitani, si concentra un arsenale da guerra di livello militare?

E soprattutto, quante altre cellule dei clan turchi operano silenziosamente in Europa, pronte a riaccendere la miccia?

La Tuscia, da sempre terra tranquilla, è diventata un crocevia della criminalità organizzata turca. Gli arresti di questi giorni dimostrano che la guerra tra Dalton e Caspers non si combatte più solo a Istanbul o lungo la Costa del Sol, ma anche tra le campagne viterbesi.

E mentre i boss finiscono in carcere e i sicari si affrontano a colpi di pistola, resta aperta la partita più pericolosa: quella del controllo delle armi e del territorio, che potrebbe trasformare la provincia in un nuovo fronte della mafia internazionale.

CRONOLOGIA

2023 – La base in Tuscia

  • Ottobre 2023 – A Chiasso (confine italo-svizzero) vengono arrestati tre membri della scorta del boss turco Barış Boyun, leader dei Dalton, già attivo in Germania, Svizzera e Italia.
  • Da qui parte un’indagine che porta a scoprire la rete di armi, uomini e soldi nascosta anche nella provincia di Viterbo (Vetralla, Bagnaia, Tuscania, Nepi).
  • Nelle intercettazioni, i fedelissimi parlano apertamente di mitragliatrici Uzi, kalashnikov e bombe a mano nascosti nella Tuscia “a disposizione dei fratelli”.

2024 – Le prime operazioni in Italia

  • 19 gennaio 2024Boyun viene trovato a Milano con un’arma e posto ai domiciliari a Bagnaia (Viterbo).
  • 18 marzo 2024 – Subisce un attentato a Crotone. Poco dopo, i suoi uomini a Viterbo discutono di “tirare fuori i grandi” (armi pesanti).
  • 22 maggio 2024 – A Vetralla viene scoperto parte del suo arsenale. L’indagine porta all’arresto di 18 persone tra Italia, Svizzera e Germania. Molti sono turchi residenti nella Tuscia, che da tempo funge da retrovia logistica per i Dalton.

Estate 2025 – La guerra in Spagna

  • 20 luglio 2025 – Sparatoria nel parcheggio di un Aldi a Estepona (Costa del Sol). Coinvolti i clan Dalton e Caspers. Un civile resta ferito. Su Instagram iniziano le minacce reciproche.
  • 3 agosto 2025 – A Torrevieja (Alicante) un sicario dei Çirkinler (alleati dei Caspers) uccide il daltoniano Caner Koçer. Tre killer vengono arrestati dalla Guardia Civil.
    È il segnale che la guerra tra i due clan turchi si è spostata stabilmente dalla Turchia alla Spagna.
L’arresto di Baris Boyun a Viterbo

Agosto 2025 – L’arresto di Ismail “Hamush” Atız

  • 28 agosto 2025 – La polizia italiana riceve notizia che İsmail Atız, alias Hamush, capo dei Caspers, ricercato dall’Interpol per oltre 116 reati (omicidio, droga, estorsioni, traffico d’armi), ha fatto check-in in un hotel di Viterbo.
    Con un blitz della Squadra Mobile viene arrestato insieme a 3 suoi uomini.
  • Atız era già stato fermato a luglio in Germania, ma rilasciato dopo 4 giorni: la Corte di Francoforte aveva rifiutato l’estradizione per mancanza di garanzie di un processo equo in Turchia.

Settembre 2025 – La risposta dei Dalton

  • Dopo l’arresto di Hamush a Viterbo, gli equilibri criminali cambiano. I Dalton, storici rivali dei Caspers, iniziano a muoversi in Tuscia per prevenire possibili attacchi e approfittare della debolezza dei rivali.
  • Inizio settembre 2025 – Due uomini armati fino ai denti, legati al clan Dalton, vengono fermati e arrestati dalle forze dell’ordine in provincia di Viterbo.
    Indagini ipotizzano che fossero pronti a colpire eventuali rivali (Caspers o Çirkinler) o a difendere il loro gruppo.

Perché tanti turchi a Viterbo?

  • La Tuscia è diventata negli ultimi anni una retrovia strategica per le mafie turche, in particolare per i Dalton di Boyun.
  • Qui sono stati nascosti arsenali, ospitati latitanti, organizzati trasporti di armi e denaro.
  • La posizione centrale in Italia, lontana dai grandi centri ma vicina a Roma, offre copertura e logistica.

Perché così tante armi sequestrate nella Tuscia?

  • I clan turchi hanno scelto la zona come magazzino: armi da guerra (Uzi, kalashnikov, bombe a mano) sono state trovate pronte all’uso.
  • La presenza di uomini radicati da anni (Durmuş, Coğalan, Senci, Demir) ha permesso al clan Dalton di creare una vera e propria base europea.
  • Con l’arresto di Hamush (Caspers), il rischio di resa dei conti a Viterbo è aumentato: per questo i Dalton hanno cominciato ad armarsi e a presidiare il territorio.

Gli arresti di questi giorni a Viterbo non sono episodi isolati, ma il risultato di una lunga catena di eventi che parte dal radicamento dei Dalton nella Tuscia (2023-24), passa per la guerra con i Caspers in Spagna (2025) e arriva all’arresto del boss Hamush Atız proprio a Viterbo.

La domanda chiave degli investigatori è: chi si sta armando per la prossima mossa?

La Tuscia sembra essere diventata uno dei fronti caldi della guerra mafiosa turca in Europa.

Questi gli appartenenti alle due organizzazioni criminali turche finiti in manette a Viterbo in questi ultimi due anni:

Nome Luogo di nascita Residenza
Akarsu Kerem Turchia
Aytekin Cemil Turchia
Bingol Okan Turchia
Boyun Baris Turchia
Boyun Ece Turchia
Burulday Abutalip Turchia Catania
Buyukkaplan Ozge Turchia
Cancin Friki Faith Turchia
Cogalan Firat Turchia Vetralla
Demir Bayram Turchia Nepi
Durmus Ahmet Turchia Vetralla
Gultepe Tolga Turchia Crotone
Kertlez Onal Turchia Svizzera
Meschini Giorgio Viterbo Viterbo
Ozcan Serkan Turchia Svizzera
Sahin Emrah Turchia Svizzera
Senci Caglar Turchia Tuscania
Simsek Sinan Turchia Svizzera