CIVITAVECCHIA – Questa mattina, nel reparto di rianimazione dell’ospedale civile di Civitavecchia è morto Mario Alocchi (54 anni) il sensitivo. Personaggio molto conosciuto per la sua passione per l’esoterismo. Sempre con l’immancabile “pendolino” dentro la tasca della giacca.
Figura eccentrica e notissima a Civitavecchia, Mario Alocchi si presentava come “consulente esoterico” specializzato in radiestesia: il suo immancabile pendolino, una foto in mano e diagnosi fulminee su scomparsi e gialli irrisolti.
Nel corso degli anni si è affacciato su diversi casi di cronaca nera, rilasciando interviste e pronostici a testate e web radio: dalla scomparsa di Sarah Scazzi e di Roberto Straccia, fino ai casi Melania Rea, Roberta Ragusa e Fortuna Loffredo.
Il suo nome è tornato di recente alle cronache nazionali quando, ospite de La Zanzara, sostenne con il pendolino che Papa Francesco fosse già morto “da giorni”, venendo travolto dalle repliche ironiche dei conduttori. La vicenda è stata ripresa dalla stampa locale con toni critici.
Accanto al lato “mago”, Alocchi ha vissuto gran parte della sua quotidianità nel perimetro del porto. Diverse ricostruzioni locali lo descrivono come presenza fissa nell’area degli arrivi dei crocieristi, dove arrotondava come “tassinaro” — in un contesto, quello di Civitavecchia, spesso al centro di blitz e inchieste sui trasporti irregolari. In un articolo del 2019 viene definito esplicitamente “sensitivo e tassinaro di Civitavecchia”. Più in generale, servizi televisivi hanno documentato il fenomeno dei taxi/NCC abusivi al porto negli anni successivi.
La sua storia personale ha conosciuto anche momenti drammatici. Nel luglio 2019 scomparve per alcuni giorni: fu ritrovato dalla Polfer di Orte in stato di forte debilitazione e ricoverato a Belcolle (Viterbo).
L’episodio, raccontato da più testate locali, mise in luce la fragilità del personaggio dietro l’immagine pubblica.
Nel giugno 2022 tornò a far parlare di sé incatenandosi al pulpito della Cattedrale di Civitavecchia per protestare contro il sequestro del libretto di circolazione: una scena che ben riassume il suo stile, tra provocazione, spettacolo e rabbia individuale contro le regole.
In equilibrio costante fra folklore locale e ribalta mediatica, Alocchi ha incarnato un certo immaginario di provincia: il “mago” che si offre agli inquirenti, l’uomo del porto che si arrangia con le corse, l’ospite di talk e radiotrasmissioni pronto alla profezia.
Le cronache lo restituiscono come figura controversa — a tratti caricaturale, a tratti vulnerabile — che ha attraversato per decenni la vita pubblica di Civitavecchia.