Il giovane, appena ventenne, era stato arrestato nella maxi operazione. Il telefonino è stato subito sequestrato.
CIVITAVECCHIA – Neppure la detenzione sembra aver interrotto del tutto le attività di A.C., il ventenne ritenuto capo della banda di spacciatori sgominata di recente nell’ambito dell’operazione “Nerone”, condotta congiuntamente da Carabinieri e Polizia.
Il giovane, attualmente rinchiuso nel carcere di Civitavecchia, è stato infatti trovato in possesso di un telefono cellulare durante un controllo della Polizia penitenziaria. L’apparecchio, subito sequestrato, sarebbe stato presumibilmente utilizzato per mantenere contatti con l’esterno e impartire ordini nonostante la reclusione.
Non è la prima volta che accade: già dopo il suo primo arresto, nei mesi scorsi, A.C. era riuscito a procurarsi un dispositivo simile, continuando così a comunicare con i propri complici dall’interno dell’istituto di pena.
L’episodio riporta l’attenzione sul problema della diffusione di telefoni cellulari all’interno delle carceri, strumenti che in più occasioni hanno permesso a detenuti legati alla criminalità di proseguire nelle loro attività.
Il caso è ora all’esame della magistratura e conferma, ancora una volta, la pericolosità del giovane e la tenuta della rete criminale da lui costruita, capace di resistere anche alla sua incarcerazione.