Tarquinia – DiVino Etrusco, ennesimo flop della giunta Sposetti: prezzi al rialzo, organizzazione al ribasso per il taglio dei costi

TARQUINIA – La giunta Sposetti rovina anche il DiVino Etrusco. Missione impossibile centrata a pieno: la giunta del Comune di Tarquinia, guidata da Sposetti, è riuscita ancora una volta a dimostrare tutte le sue lacune organizzative.

A meno di un mese dalla conclusione della 19esima edizione del DiVino Etrusco (andata in scena dal 21 al 24 e dal 28 al 30 agosto), è possibile tracciare un bilancio lucido di una settimana tra vini, cultura e spettacoli.

Il pubblico non è mancato, ma il merito va alla manifestazione stessa, capace di crescere e attrarre consensi anno dopo anno nonostante l’amministrazione. Il Comune, però, ha saputo unire tutti in un unico giudizio: flop organizzativo totale. Espositori, visitatori e intrattenitori concordano.

La causa principale? Una politica al risparmio che ha penalizzato le cantine che si sono trovate circondate da tantissima gente ma con pochi gettoni da spendere. Appassionati e sommelier hanno notato subito la differenza, e purtroppo i visitatori hanno sfogato le proprie frustrazioni proprio sugli espositori circondati da piccole speranze del basket e future ballerine alla Scala di Milano. Una scelta dell’amministrazione ancora più discutibile se si pensa all’aumento dei biglietti per le degustazioni.

Non meno discutibile è stata la gestione degli spettacoli. Cantanti, intrattenitori e associazioni hanno fatto il possibile per creare disagi (involontariamente speriamo), ma la disposizione scelta, spesso a pochi metri dagli stand, ha reso difficile per le cantine servire i visitatori a causa della calca. Tutti a ballare e giocare e pochi a bere ed apprezzare i vini scelti e selezionati dall’immarcescìbile Carlo Zucchetti.

La qualità scadente dei programmi di intrattenimento e la pessima organizzazione del Comune (mitigata solo dagli sforzi eroici della Pro Loco) hanno lasciato residenti e turisti con il naso storto. La speranza è che queste critiche spingano a cambiare rotta, perché il rischio di compromettere un evento come il DiVino Etrusco, così amato e consolidato, è più che reale.