I consiglieri Alessandro Brenci e Valentina Sarti rigettano le accuse del PD che li ha apostrofati anche via social di “pappagallare la posizione del Governo Meloni”
ACQUAPENDENTE – Si è discusso anche di politica internazionale durante l’ultima seduta del consiglio comunale di Acquapendente. Al centro del dibattito, la mozione sul riconoscimento dello Stato di Palestina. Una mozione simbolica, ma che ha comunque suscitato un confronto acceso in questi ultimi mesi in provincia.
I consiglieri Alessandro Brenci e Valentina Sarti hanno spiegato le ragioni della loro astensione, sottolineando come il tema sia di portata globale e tocchi «il diritto internazionale, la diplomazia e la sicurezza di milioni di persone». «Va ben oltre le competenze di un consiglio comunale» hanno dichiarato.
Pur riconoscendo e apprezzando lo spirito della mozione, i due consiglieri hanno ribadito di condividere «l’auspicio che Israele e Palestina possano un giorno convivere in sicurezza, fianco a fianco, come due Stati pienamente riconosciuti».
Rigettando le accuse del PD, mosse anche via social, di aver “pappagallato la posizione del Governo Meloni”, Brenci e Sarti hanno evidenziato la necessità di un approccio più articolato: «Ci troviamo di fronte a un conflitto in cui responsabilità e sofferenze ricadono su entrambe le parti. Prima di tutto la priorità deve essere fermare le ostilità, tutelare i civili e liberare gli ostaggi ancora detenuti. Qui non si tratta di ‘pappagallare’ nulla, ma di chiedere di ragionare con più maturità su una questione che esula dalle competenze di un mero consiglio comunale”.
Per questo motivo hanno invitato il Consiglio a promuovere «una posizione equilibrata e costruttiva» che chieda con forza «che Hamas restituisca gli ostaggi e deponga le armi, che Israele giunga a un cessate il fuoco e che venga garantita la salvaguardia della popolazione civile di Gaza».
Un altro punto critico sollevato dai consiglieri è stata l’assenza, nella mozione, di un richiamo «a sostenere ogni sforzo diplomatico utile a favorire il riconoscimento di Israele da parte di quegli Stati arabi che ancora non lo hanno fatto». Per Brenci e Sarti solo un contesto di piena legittimazione reciproca «potrà portare, quando le condizioni saranno mature, a un riconoscimento condiviso dello Stato di Palestina nell’ottica dei due popoli e dei due Stati».
Concludendo, i due consiglieri hanno motivato così l’astensione: «È un segnale di attenzione al tema e di rispetto per la sua complessità, ma anche un invito a cercare un consenso più largo e una posizione realmente condivisa che possa contribuire a costruire la pace».