VITERBO – Palestra di Santa Barbara intitolata al pluricampione di scherma Luigi Zonghi, medaglia d’oro nella spada individuale alle Paralimpiadi di Seul nel 1988.
Una cerimonia toccante e partecipata, si è svolta questa mattina alla presenza di tantissime persone intervenute per onorare lo sportivo scomparso nel 2023, lasciando dietro di sé una scia d’amore e coraggio.
Emozionanti le parole pronunciate dalla consigliera comunale delegata alla Via Francigena e Giubileo Alessandra Croci, amica della famiglia e sostenitrice della dedica, che pubblichiamo di seguito integralmente.
“La carriera di Luigi Zonghi è costellata di successi, sposato e padre di Giulia, figlio e fratello.
Perché oggi dobbiamo ricordare ed onorare la memoria di Luigi?
Perché c’è ancora vivo nei nostri cuori l’eco dei giochi di Parigi oppure per l’insegnamento che ha lasciato e che va oltre tutto, compresi gli echi della stampa ed i suoi trionfi?
Il suo insegnamento è quello di un uomo che con il suo esempio ha sempre raccontato lavoro, ha sempre raccontato fatica, ha sempre raccontato rispetto ha sempre raccontato umanità.
Un uomo che nel tempo ha sempre lavorato per lasciare un segno nella storia, nella memoria del suo passaggio sulla terra.
Il suo esempio non è stato solo aver lasciato una medaglia olimpica o l’essere stato insignito del collare d’oro per meriti sportivi.
Quello che oggi tutti noi dobbiamo raccogliere è la vera medaglia che Luigi ci ha lasciato ovvero la sua umanità.
La sua eredità non sono solo i premi vinti, la sua eredità è quello stile di vita pieno di accoglienza di resilienza.
Se le olimpiadi sono la festa della fratellanza, le paralimpiadi sono la grande rivoluzione dell’inclusione e l’Italia, nel passato come oggi, grazie anche ad atleti come luigi Zonghi, ne è stata straordinaria protagonista.
Le paralimpiadi, grazie a questi atleti che hanno trovato nello sport l’enzima della loro voglia di vivere e del loro riscatto, diventano esempi permanenti nella società cosiddetta civile.
L’importante è che tutto questo sia un punto di partenza, non d’arrivo, che l’esempio si propaghi nella quotidianità dei nostri giovani.
L’intitolazione di una nuova palestra è a nostro avviso un atto dovuto, un faro acceso per indicare la giusta via a tutti quei giovani che, animati da spirito sportivo, si trovano del loro crescere persi, alla ricerca di un punto di riferimento sicuro“.
Alla cerimonia presenti la sindaca Frontini e all’assessore Aronne, la il presidente provinciale Libertas Simone Bonolo, Don Claudio Sperapani, parroco della parrocchia di Santa Barbara, Giulia e Maria le preziose donne di Luigi, figlia e moglie che lo hanno amato sopra ogni cosa.