TORINO – Si è spento sabato 27 settembre 2025 Enzo Osella, figura cardine dell’automobilismo italiano: costruttore, team owner, talent scout, artigiano del ferro e delle idee. Aveva 86 anni. La notizia è stata confermata dalla stampa locale piemontese e dai media nazionali.
Dall’officina di famiglia ai paddock del mondo
Nato il 26 agosto 1939 nell’area torinese (tra Volpiano e Cambiano), Osella cresce in officina, passa dai rally alle cronoscalate e, dopo l’esperienza con Carlo Abarth, rileva il materiale sportivo dello Scorpione e avvia la propria struttura corse. È l’inizio di Osella Corse, laboratorio in cui si saldano telai, si provano motori e, soprattutto, si costruisce un metodo: poche parole, tanto lavoro.
Il salto in Formula 1 (1980–1990)
Nel 1980 Osella debutta in Formula 1: dieci stagioni da “underdog” romantico, 132 GP disputati e qualche acuto entrato nel cuore degli appassionati — tra cui il 4° posto di Jean-Pierre Jarier a Imola 1982. Davanti a colossi industriali, la piccola squadra torinese diventa il simbolo della tenacia artigiana. Dopo il 1990, Osella chiude il capitolo F1 per concentrarsi di nuovo sui prototipi e sulle salite.
Il regno delle cronoscalate
Se la F1 lo ha reso noto al grande pubblico, le cronoscalate sono state la sua vera corte: telai leggeri, soluzioni intelligenti e un palmarès che ha riempito classifiche e categorie del Campionato Europeo della Montagna. Diversi media italiani ricordano come i prototipi Osella abbiano collezionato decine di titoli continentali e nazionali, consacrando il marchio come riferimento assoluto della disciplina. Anche piloti di punta come Christian Merli gli hanno dedicato vittorie e tributi.
Un’eredità fatta di persone e macchine
Osella è stato molto più che un costruttore: ha formato meccanici, ingegneri e piloti, lasciando in eredità un modo di fare corse “alla piemontese”: sobrio, testardo, lucidissimo sul rapporto tra risorse e ambizioni. I necrologi e i ricordi di giornali e addetti ai lavori lo descrivono come l’ultimo grande “garagista”: chi sapeva tornire un pezzo la notte e portarlo al via la domenica.
Le ultime ore e le reazioni
La scomparsa del patron ha generato un’onda di cordoglio che ha attraversato l’ambiente del motorsport, dai media specializzati ai protagonisti del paddock. I primi lanci hanno fissato la data del decesso al 27 settembre 2025; alcune testate internazionali hanno riportato età differenti, ma le anagrafiche italiane convergono sui 86 anni.
Perché Enzo Osella resterà
Resterà per le macchine — FA, PA, telai scolpiti nell’alluminio e nella fantasia — e per la lezione: si può competere ai massimi livelli anche senza un impero alle spalle, se si mettono in pista idee limpide e lavoro vero. In un’epoca di simulazioni e capitali, la sua è stata la dimostrazione che la cultura tecnica è ancora un vantaggio competitivo.
Buon viaggio, Ingegnere. Le salite d’Europa e i box della F1 degli anni ’80 hanno già acceso le luci per salutarti.