Musica-novità: “L’ora Zero”, nuovo album del cantautore romano, ma la noia è tanta

Anche oggi, in pieno terzo millennio, ogni nuova uscita discografica di Renato Zero è accompagnata da urla di approvazione di turbe di sorcini senza tempo. E’ pur vero che, dopo la epocale “I migliori anni della nostra vita” Mr.Fiacchini non è più riuscito, però,  a trovare il brano memorabile in grado di restare impresso nell’immaginario onirico collettivo e nella storia della migliore canzone d’autore italiana: l’ultimo “L’ora zero”, stampato in concomitanza con i 75 anni dell’artista romano non fa eccezione all’andamento fiacco degli ultimi lustri: tanta buona volonta, qualche lodevole riflessione sugli eccessi della musica di oggi, ma in definitiva 19 titoli che scorrono via piuttosto monotonamente, senza guizzi e  con la presenza costante di un linguaggio usato pieno di frasi anche forti, ma troppo poco contemporaneo e pomposo per lasciare il segno. Un po’ si distingue, ma non di tanto, l’incedere rockettaro di “Senza”, ma sono piccoli frammenti riusciti di un lavoro che va via tra non pochi sbadigli dall’inizio alla fine.

(pasquale bottone)