VITERBO – La provincia di Viterbo si conferma una delle aree più ricche di patrimonio forestale del Lazio, con una superficie complessiva di oltre 361mila ettari di boschi, pari al 25,9% del territorio provinciale. È quanto emerge dai dati diffusi dal Ministero dell’Agricoltura in occasione dell’annuncio del nuovo registro dei crediti di carbonio forestali, uno strumento che punta a valorizzare economicamente la capacità dei boschi di assorbire CO₂ e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico.
Tra i Comuni della Tuscia, Canepina si distingue nettamente con un indice di boscosità dell’82,3%, il più alto dell’intera provincia. Seguono Vejano (68,2%) e Barbarano Romano (57,8%), dove più della metà del territorio comunale è coperto da boschi.
Molto elevata anche la presenza di aree forestali nei territori di Acquapendente (53,2%), Blera (47,3%) e Vallerano (45,7%), che si collocano ben al di sopra della media provinciale. Anche Monte Romano e Farnese, con valori rispettivamente del 44,9% e del 44,0%, confermano una forte vocazione naturale e ambientale.
Comuni come Latera (41,1%) e Oriolo Romano (41,5%) si attestano su quote più moderate ma comunque significative, a testimonianza di un territorio complessivamente verde e ricco di biodiversità.
Più contenuto invece l’indice del capoluogo: Viterbo dispone di 8.723 ettari di boschi, pari al 21,7% del territorio comunale. Pur trattandosi di una quota inferiore rispetto ai centri più piccoli, rappresenta comunque un patrimonio importante per la qualità dell’aria e per la rete ecologica urbana e periurbana.
La fotografia che emerge dai dati ministeriali sottolinea come il territorio viterbese conservi una forte identità naturale. I boschi non sono solo una risorsa ambientale, ma anche un elemento chiave per il paesaggio agrario e vitivinicolo della Tuscia.
In molti casi, infatti, le aree forestali si alternano a vigneti, uliveti e pascoli, contribuendo a definire un mosaico paesaggistico unico nel Centro Italia. Una ricchezza che, con il nuovo sistema dei crediti di carbonio forestali, potrebbe tradursi anche in opportunità economiche e di sviluppo sostenibile per Comuni, imprese agricole e comunità locali.