Vercelli – Lei in carcere da oltre un anno rimane incinta: “E’ stato lo spirito san

A Vercelli succede l’inaspettato, ma non per tutti: una detenuta, in carcere da giugno 2024, è rimasta incinta.

Il compagno? Anche lui ospite dello stesso penitenziario, però nel reparto maschile.

I due, come raccontano le cronache locali, si sarebbero visti nella sala colloqui: un appuntamento familiare nato per stare insieme alla figlia avuta nel 2018, finito in quella zona grigia dove la burocrazia sussurra “vietato” e la realtà risponde “vediamo”.

Sui social è partita la liturgia dell’ironia: “Sarà stato lo Spirito Santo”, “sta per nascere un nuovo Gesù”.

Nel frattempo il sindacato Osapp ha coniato il titolo della stagione: “sistema Disneyland”. Mentre a Torino si inaugura la “stanza dell’amore”, a Vercelli — dicono loro — qualcuno avrebbe anticipato la programmazione, versione anteprima mondiale. Biglietto ridotto per coppie con permesso.

“Nulla di illegale, per carità”, commentano con sarcasmo, “in Italia l’impossibile è sempre possibile, specie in carcere”. Traduzione: tra carenze di organico, aggressioni e procedure a singhiozzo, la sicurezza sarebbe rimasta chiusa nello spogliatoio. E così il copione diventa commedia degli equivoci: i colloqui per ricucire i legami familiari si trasformano in un crash test delle regole; il garantismo incontra la gestione a elastico; l’amore trova sempre una via — persino tra un metal detector e un regolamento interno.

Moralino finale (che poi morale non è): se a Torino c’è la stanza ufficiale, a Vercelli pare si sia puntato alla “beta” non annunciata. E mentre tutti si chiedono “com’è potuto accadere?”, il neonato dibattito è già in fasce: è più rivoluzionaria la stanza dell’amore o la capacità tutta italiana di far accadere le cose anche quando sulla carta non dovrebbero? Nell’attesa di risposta, una sola certezza: a volte, in carcere, l’ordine del giorno lo scrivono i sentimenti. E non serve neppure il lieto fine per far notizia.