VITERBO – Al via il progetto “Verde Rinascita”, finalizzato alla creazione di un Orto Solidale all’interno del Giardino della Solidarietà esistente presso il Palazzo di Giustizia di Viterbo.
Il progetto è il culmine di una serie di attività che si sono articolate e succedute negli ultimi due anni.
Dopo la dichiarazione di adesione alla Rete degli Orti Solidali Amici (R.O.S.A.- Viterbo), costituita da Caritas e Acli Viterbo, da parte degli Uffici giudiziari di Viterbo (Tribunale di Viterbo, Procura della Repubblica presso il Tribunale, Ufficio di Sorveglianza), è stato infatti costituito, presso il Tribunale di Viterbo, un tavolo “ad hoc” per la gestione del Giardino della Solidarietà, composto da un’articolata partnership che registra, fra gli altri, l’adesione della Casa Circondariale “Nicandro Izzo”, di Confagricoltura Viterbo-Rieti, dell’Ordine degli Avvocati di Viterbo e della Fondazione Carivit.
Al centro di quest’ultima e fulcro delle attività progettuali si colloca l’Azienda Agraria “Nello Lupori” dell’Università degli Studi della Tuscia, che arricchisce il Tavolo di competenze professionali cruciali per lo sviluppo di qualsiasi iniziativa prodotta da quest’ultimo.
Non a caso l’avvio operativo del progetto è coinciso con la predisposizione di una tesi di laurea, presentata a febbraio di quest’anno da una studentessa del Dipartimento DAFNE di Unitus, Tatiana Veltri, sugli argomenti concorrenti della ubicazione ottimale di un Orto all’interno del Giardino della Solidarietà e delle colture più congeniali alla sua gestione.
La tesi le è stata assegnata dal Prof. Giuseppe Colla, uno fra i principali animatori del Tavolo permanente istituito presso il Tribunale di Viterbo, assieme a Bruno Barbetti, referente operativo dell’Azienda, e Monica Fonck, responsabile dell’Orto Botanico.
Successivamente alla discussione della tesi, l’Azienda Agraria ha presentato alla Fondazione Carivit, quale iniziativa extra bando, un vero e proprio progetto di gestione di un Orto Solidale.
Tale iniziativa costituirà il punto di partenza di un percorso il cui obiettivo intermedio è costituito dall’organizzazione e dallo sviluppo di percorsi di formazione e socializzazione a beneficio dei soggetti che si cimenteranno nelle lavorazioni, detenuti e soggetti ammessi ai Lavori di Pubblica Utilità, in un’ottica che ricomprenda finalità di rieducazione e prevenzione dei reati, oltre che di restituzione alla collettività.
Potranno infatti collaborare alle attività anche i partecipanti a Progetti di Utilità Collettiva, titolari di Adi (assegno di inclusione) e SFL (Sviluppo Formazione e Lavoro), originali ed autentiche iniziative di inclusione sociale presentate dagli uffici giudiziari viterbesi in collaborazione con l’Amministrazione comunale.
L’obiettivo finale, invece, rimane quello di devolvere, mediante l’attività di Associazioni solidaristiche, i prodotti ricavati dall’Orto Solidale a persone in condizione di fragilità economica.

