Civitavecchia – L’appello di una mamma: “Mio figlio disabile abbandonato da servizi sociali e Cim”

CIVITAVECCHIA – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una mamma che in un appello particolarmente sentito parla di suo figlio portatore di handicap, evidentemente cresciuto e da tempo maggiorenne, per denunciare abbandono, promesse mai mantenute, e soprattutto rivendicare diritti. (immagine generica).

In Italia e anche a Civitavecchia si parla molto di inclusione, diritti e sostegno alle persone con disabilità. Promesse, parole e progetti che riempiono convegni, discorsi pubblici e comunicati. Ma nella realtà, quando le luci si spengono e i riflettori si abbassano, resto solo io a combattere. Quando mio figlio è diventato maggiorenne, invece di trovare supporto e continuità, ci siamo ritrovati abbandonati.

Il problema è concreto e ha nomi precisi: il CIM di Civitavecchia e i Servizi Sociali – Disabilità Adulti. Da loro avrei dovuto ricevere sostegno, orientamento, progetti di vita e continuità assistenziale. Invece, solo rinvii, silenzio e burocrazia.

Da quattro anni aspetto, sollecito, mando email, telefono. Quattro anni di promesse non mantenute, incontri sporadici e documenti che non portano mai a nulla di concreto.

La legge parla chiaro: mio figlio ha diritto a un progetto di vita, inclusione sociale, percorsi di autonomia e supporto. Ma nella pratica questi diritti restano solo sulla carta. Il CIM di Civitavecchia ed i servizi sociali continuano a rinviare, a fissare appuntamenti inutili ed a ripetere promesse senza fatti.

Non si tratta di favori, ma di diritti. Non si tratta solo di fondi, ma di volontà. Un ragazzo con disabilità non può essere lasciato senza futuro, senza prospettive e senza presa in carico. Perché nessuno parla di questo? Perché tutto viene nascosto? Perché le istituzioni non rispettano ciò che annunciano pubblicamente?

Io non chiedo carità. Chiedo che mio figlio venga rispettato e che venga garantito ciò che gli spetta per legge”.

Una madre di Civitavecchia