Nel corso delle perquisizioni i finanzieri hanno individuato anche un punto vendita collegato alla coltivazione
VITERBO – Una coltivazione di canapa apparentemente “industriale” si è rivelata in realtà una vera e propria piantagione di marijuana. È quanto hanno scoperto i Baschi Verdi della Guardia di Finanza di Viterbo, al termine di un’articolata indagine che ha portato al sequestro di circa 6.000 metri quadrati di terreno, un capannone e un’attività commerciale riconducibile agli stessi indagati.
L’operazione, condotta nel mese di ottobre dalla Sezione Operativa Pronto Impiego del Gruppo di Viterbo, è partita da controlli su un’azienda agricola che dichiarava di coltivare canapa sativa L. di varietà consentita per uso industriale. Ma il sopralluogo dei militari ha rivelato tutt’altro: nessuna delle piante presentava caratteristiche compatibili con le varietà destinate alla produzione di fibre tessili o alimenti.
Secondo quanto accertato, l’agricoltore avrebbe simulato l’impiego di sementi certificate, coltivando invece piante destinate alla produzione di canapa “light”, con infiorescenze femminili ricche di principi attivi. Una parte delle piante conteneva elevate quantità di THC, la sostanza psicoattiva della marijuana, con picchi oltre il 7%, ben oltre il limite dello 0,2% previsto dalla Legge 242/2016.
Le analisi condotte dal Laboratorio di Biologia Molecolare dell’Università della Tuscia hanno stabilito che dai 30 chili di infiorescenze già raccolte si sarebbero potute ricavare circa 85.000 dosi di marijuana.
Nel corso delle perquisizioni, i finanzieri hanno individuato anche un punto vendita collegato alla coltivazione, dove era stato allestito un sistema di coltivazione indoor con illuminazione artificiale e aerazione forzata. All’interno del negozio, oltre a prodotti “da collezione”, sono state trovate infiorescenze con alto contenuto di THC.
Complessivamente, sono stati sequestrati 160 chili di infiorescenze di cannabis con CBD, il cui commercio è vietato dall’aprile 2025, oltre ai 30 chili di sostanza stupefacente già pronti per la distribuzione.
I due responsabili, entrambi italiani, sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Viterbo per coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti ai sensi del D.P.R. 309/1990.
Uno di loro era già stato condannato nel 2022 per reati analoghi e stava scontando la pena con affidamento in prova ai servizi sociali. Alla luce delle nuove accuse, il magistrato di sorveglianza ha disposto la revoca della misura alternativa e il trasferimento in carcere, eseguito dalla Squadra Mobile della Questura di Viterbo.
La licenza commerciale dell’attività collegata alla coltivazione sarà ora esaminata dalla Questura e dalle autorità comunali, che valuteranno i provvedimenti amministrativi da adottare.


