Abbiamo i video (che non pubblicheremo) che sui social hanno portato alla luce il grave disagio che vivono i giovani nella Città di Traiano. Ci sono già i primi indagati, tutti minorenni
CIVITAVECCHIA – Una città ostaggio di minorenni violenti, una ragazza brutalmente pestata pochi giorni fa, e sabato sera l’ennesimo raduno convocato sui social da decine di giovanissimi pronti a un nuovo “regolamento di conti”.
Un copione inquietante che si ripete, tra bullismo estremo, droghe che offuscano ogni freno inibitorio e famiglie sempre più assenti.
Rissa tra giovanissimi al porto di Civitavecchia: tre ragazze in ospedale
Nei giorni scorsi un noto avvocato cittadino, a tutela della vittima dell’aggressione avvenuta al Forte Michelangelo l’8 novembre scorso, ha depositato una dettagliatissima denuncia che ricostruisce, passo dopo passo, il calvario dell’adolescente circondata, insultata, rincorsa, picchiata e perseguitata da un branco di coetanei.
Una vera e propria aggressione di gruppo: calci, spinte, strattoni, cadute a terra, contusioni, perfino mani addosso mentre lei cercava solo di proteggersi. Un pestaggio durato interminabili minuti, con decine di giovanissimi intorno a guardare, ridere, filmare.
La ragazza, terrorizzata, è poi stata refertata al pronto soccorso. La tutela legale ha richiesto misure urgenti per prevenire eventuali nuove ritorsioni.
La città degli adolescenti senza freni
Il quadro emerso dalla denuncia è quello di un ecosistema giovanile fuori controllo: bulli che agiscono in branco, ragazzini che cercano lo scontro come fosse un videogioco, gruppi che seguono, insultano, deridono e incitano alla violenza.
Un microcosmo in cui – come denunciano molti genitori – circolano facilmente alcol e sostanze che alterano la percezione e amplificano brutalità e impulsività.
E mentre le dinamiche diventano sempre più aggressive, la presenza delle famiglie si dissolve: genitori inconsapevoli, assenti, o che minimizzano comportamenti gravissimi come se fossero “ragazzate”.
Sabato sera: un appuntamento da brividi che poteva diventare un’altra tragedia e invece…
Per tutta la settimana gli stessi minorenni coinvolti nelle risse avevano fatto circolare sui social, Twitter, Tik Tok e su Telegram inviti a un nuovo incontro “per chiarire”: un confronto annunciato e diventato virale tra centinaia di giovanissimi.
L’appuntamento era fissato per sabato alle 22 esattamente nel punto della scorsa aggressione, davanti al Forte Michelangelo. E la città ha assistito a qualcosa che non può più essere ignorato:
Oltre cinquecento minorenni assiepati sul marciapiede, sulla terrazza Guglielmi, sulle scale del McDonald’s.
Un raduno che, senza l’inversione imprevista dell’ultima ora, avrebbe potuto degenerare in una nuova maxi-rissa.
Ma, sorprendentemente, quel concentramento di adolescenti – nato come appuntamento per un possibile scontro – si è trasformato in una manifestazione spontanea di solidarietà verso la vittima del pestaggio.
A fronte di una decina di ragazzi violenti, la stragrande maggioranza ha voluto dimostrare che esiste una gioventù diversa, migliore, che ripudia quella brutalità.
Una città allo stremo: ora serve un intervento vero
Civitavecchia sta vivendo una deriva che nessuna comunità può tollerare. La denuncia di quanto accaduto sabato sera dimostra che il problema non è più episodico.
Baby gang che agiscono indisturbate, violenze normalizzate, minori che si muovono in branco tra bullismo e sopraffazione, droghe che amplificano la brutalità, video che diventano trofei di prepotenza.
Tutto questo mentre il ruolo educativo della famiglia sembra evaporato.
Ora non bastano più appelli o indignazione: è il momento che istituzioni, scuola, forze dell’ordine e servizi sociali intervengano con decisione, continuità e strumenti adeguati.
Perché una comunità che non sa proteggere i suoi ragazzi – soprattutto i più fragili – è una comunità che rischia di perdere se stessa.





