Viterbo – Crescono i numeri sulla qualità della vita, ma turismo in caduta e realtà più complessa dei proclami

La sindaca esulta per il miglioramento nella nuova classifica della “Qualità della Vita”, ma evita di citare il crollo del turismo: una fotografia del territorio meno lineare dei messaggi ufficiali

VITERBO – La provincia di Viterbo guadagna terreno nella classifica sulla qualità della vita elaborata da ItaliaOggi, Ital Communications e Università La Sapienza: otto posizioni in più rispetto al 2024 e un totale di 450 punti che collocano la Tuscia al 68esimo posto nazionale, nel gruppo dei territori definiti “discreti”. Un miglioramento che la sindaca Chiara Frontini rivendica con entusiasmo: “Più lavoro e più sicurezza sociale. I dati ci restituiscono un territorio che cresce. C’è tanto da fare, ma l’ambizione è quella di vedere Viterbo e il nostro territorio tra i primi, dove sappiamo di meritare di stare. Il trend è positivo e ci spinge a dare e fare sempre di più, ricordandoci però che c’è tanta strada da fare”.

Ma i numeri, letti nel dettaglio, raccontano una realtà più sfaccettata. Lo studio valuta nove dimensioni – dall’ambiente alla salute, dal lavoro ai reati, fino a turismo e sicurezza sociale – e per la Tuscia il bilancio è tutt’altro che lineare: cinque indicatori peggiorano, quattro migliorano. Il balzo più significativo riguarda la sicurezza sociale, che porta la provincia a un sorprendente 11° posto nazionale dopo un incremento di ben 67 posizioni. Una crescita che stride con la percezione quotidiana di molti cittadini, alle prese con problemi ancora irrisolti nel centro storico, tra furti, degrado e un senso diffuso di insicurezza che raramente trova spazio nei bollettini ottimistici delle amministrazioni.

All’opposto, crolla il turismo, che perde diciassette posizioni e arretra a 231 punti, confermando la fragilità strutturale del settore. Un dato particolarmente scomodo, soprattutto alla luce della narrazione politica degli ultimi anni, in cui la giunta Frontini parla regolarmente di “boom turistico” o di presunti incrementi costanti. Un entusiasmo che oggi contrasta apertamente con le cifre riportate dallo studio. Ed è difficile ignorare come, nella comunicazione pubblica, si tenda a mettere in vetrina soltanto gli indicatori favorevoli, lasciando in ombra quelli che non si armonizzano con il racconto politico.

Il risultato complessivo, quindi, mostra una provincia che migliora secondo i parametri tecnici, ma resta lontana dai vertici e presenta contraddizioni che meritano attenzione. E va detto, con onestà, che classifiche come questa – pur preziose per individuare tendenze e criticità – non sempre riescono a tradurre la complessità della vita reale di un territorio. Misurano ciò che è misurabile, ma non sempre ciò che conta davvero. Per questo, più dei posizionamenti, dovrebbero guidare la discussione pubblica le politiche concrete capaci di incidere su ciò che i cittadini vivono ogni giorno.