Trieste – Giovanni sgozzato dalla mamma, il biglietto al padre prima di morire: «Ti voglio bene più di tutto il mondo»

TRIESTE – «Papà, ti voglio bene più di tutto il mondo. Sei il papà migliore del mondo. Ti voglio bene». Era questo il contenuto di un bigliettino che il piccolo Giovanni Trame – nove anni – aveva scritto al padre poco prima della tragedia che lo ha visto vittima.

A renderlo noto è stata la trasmissione Dentro la notizia condotta da Gianluigi Nuzzi su Canale 5.

La tragedia si è consumata la sera del 12 novembre 2025, a Muggia (Trieste): la madre, Olena Stasiuk, di origine ucraina, ha accoltellato il figlio all’interno della sua abitazione, sgozzandolo.

A dare l’allarme è stato proprio il padre, che non riceveva risposta né dal figlio né dalla ex-moglie, preoccupato dal mancato rientro del figlio.

Quando gli agenti sono entrati, hanno trovato Giovanni già morto da ore e la madre in stato di shock.

Dalle indagini è emerso che la signora Stasiuk era in cura – fino al 2023 – presso il Centro di Salute Mentale di Trieste e che, nonostante vari avvisi e segnalazioni, le erano state successivamente concesse visite con il figlio senza la supervisione degli educatori sociali.

Il ministro della Giustizia ha chiesto una relazione al tribunale civile di Trieste per far luce sulle modalità che hanno portato a questa decisione.

Secondo le stricte relazioni agli atti, il piccolo Giovanni aveva raccontato ai carabinieri che «la mamma mi stava strozzando» e che la donna gli aveva stretto il collo con entrambe le mani.

La madre, in colloqui precedenti, avrebbe anche pronunciato frasi inquietanti: «O Giovanni resta con me, oppure sono disposta ad uccidere il bambino, a uccidermi, buttandomi nel mare».

Al momento, Olena Stasiuk è detenuta con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal legame di parentela. Le autorità hanno disposto una perizia psichiatrica per valutare la sua capacità di partecipare al processo, visto il suo stato psichico e il ricovero in ospedale dopo il fatto.

Nel frattempo, la cooperazione tra i servizi sociali, la magistratura, e le strutture sanitarie nella zona è finita sotto la lente: secondo i sindacati, come la CGIL Funzione Pubblica, gli operatori avevano fatto quanto possibile ma il caso mostra la difficoltà di intervenire tempestivamente in situazioni estreme.

La comunità di Muggia è sotto shock per la perdita del piccolo – descritto come «un bambino sorridente, curioso, pieno di voglia di vivere» –, e si riflette su quanto segnali fossero presenti e non adeguatamente presi in carico.