Marta – L’ultimo saluto a Giancarlo Cherubini: “Grazie per ciò che sei stato e per ciò che sarai” (FOTO)

MARTA – Una folla commossa ha gremito la chiesa della Collegiata di Marta per l’ultimo saluto a Giancarlo Cherubini, imprenditore dello sport, manager e motivatore scomparso improvvisamente a 54 anni.

La chiesa non è riuscita a contenere tutti: i fedeli si sono assiepati sulla scalinata, lungo la via sottostante e fino alla piazza centrale. Un altoparlante diffondeva le parole di don Roberto, consentendo anche a chi non era riuscito a entrare di partecipare al rito.

Il sacerdote ha ricordato il legame speciale che lo univa a Cherubini: “Anni fa avevo celebrato qui il suo matrimonio, e oggi siamo qui con la sua famiglia e la fatica di lasciarlo andare”. Parole pronunciate senza retorica, con un dolore condiviso, mentre tra i presenti avanzava una consapevolezza: quell’uomo che aveva saputo trasformare il suo lavoro in un esempio di vita era andato via troppo presto.

Don Roberto lo ha definito un uomo ammirato e benvoluto da tutti, «a cui non ha mai negato un sorriso o una parola buona». Poi, il ringraziamento: “Grazie per ciò che sei stato e grazie per ciò che sarai. Non termini con questa preghiera l’ammirazione che avevamo per lui, anche se il solco del dolore resterà profondo. Giancarlo avrebbe voluto sorrisi e serenità”.

 

Le parole del sacerdote hanno restituito l’immagine di Cherubini come “imprenditore della relazione tra corpo e anima”. Non solo un manager sportivo o un imprenditore di palestre: nella sua visione, l’allenamento era uno strumento per costruire fiducia, benessere e comunità. Voleva palestre che fossero luoghi di incontro e di sostegno umano, non solo di esercizio fisico.

Nel suo lavoro più recente, il progetto Gcube, Cherubini cercava proprio questo: un modello di vita sana che partisse dalla mente e arrivasse al corpo. Amava ripetere che gli abbracci dovrebbero essere almeno otto al giorno, perché il contatto, il sostegno e la condivisione fanno crescere le persone.

Durante la cerimonia, don Roberto ha chiesto ai presenti di abbracciarsi. E così è stato: decine di persone, commosse, hanno intrecciato braccia e lacrime, in un gesto semplice e potente che sembrava provenire direttamente da lui.

Il funerale si è concluso sulle note di “Alegría”, l’inno del Cirque du Soleil, un brano che in spagnolo significa “gioia” e che racchiude il modo in cui Cherubini affrontava la vita: con intensità, con visione, con il desiderio di migliorare sé stesso e chi gli stava vicino. All’uscita della bara, un applauso scrosciante ha attraversato la piazza, unendo chi era dentro e chi ascoltava da fuori.

La comunità ha salutato così un uomo che non ha lasciato solo progetti imprenditoriali, ma un esempio umano: un sorriso sempre pronto, la capacità di ascolto, la convinzione che il benessere fosse un percorso condiviso.