Niente brindisi, niente applausi: la celebre serata del 26 settembre 2023, passato alla storia come la “cena dei tarallucci e vino” (ma con minacce come amaro digestivo), si è appena trasformata in un processo
VITERBO – La IV sezione della Corte d’appello di Roma ha infatti dato il via libera al rinvio a giudizio della sindaca di Viterbo Chiara Frontini e di suo marito Fabio Cavini, uniti non solo in matrimonio ma – secondo l’accusa – anche in un sospetto concorso nella “minaccia aggravata” nei confronti del gelataio convertito alla politica ed ex amico della coppia, Marco Bruzziches.
Nessuno dei due indagati (oggi imputati) si è presentato in aula, e nemmeno le tre parti civili: insomma, più che un’aula di giustizia sembrava una riunione fantasma.
La Corte ha in ogni caso riqualificato il reato: da “minaccia a corpo politico” a “minaccia aggravata in concorso”, un upgrade che sposta il processo nelle mani del giudice monocratico del tribunale di Viterbo.
Tutto questo dopo che, lo scorso 20 giugno, la Procura Generale aveva sostenuto con convinzione l’appello del pm Massimiliano Siddi contro la precedente decisione di non luogo a procedere. È stata quindi una lunga partita a ping-pong processuale: prima parlano i pm, poi gli avvocati delle parti civili, oggi i difensori. Manca solo il pubblico da casa per trasformarla in un talent show.
Le parti civili e la cena registrata
A dare fuoco alle polveri è stata la denuncia dell’allora consigliere di maggioranza Marco Bruzziches e della moglie Anna Maria Formini: quella sera a cena avevano due illustri ospiti in casa e cioè la sindaca Frontini e il di lei marito Cavini, ignari sì di avere padroni di casa “con microfono incorporato”.
Difesi dall’avvocato Samuele De Santis, sostengono di essere stati destinatari di frasi tutt’altro che da dopocena rilassato.
Tra le citazioni presunte più gettonate del Cavini-show:
– “Non siamo dei principianti: se io voglio fare male capisco chi del tuo stato di famiglia è più debole e poi vado a colpire quella persona.”
– “Io sono la sua anima nera…”
Frasi che, più che tarallucci e vino, ricordano un casting di Gomorra ma oggettivamente minacce poco credibili vista la gracilità fisica del “violento”.
Altra parte civile è Letizia Chiatti, ex presidente del consiglio, che aveva già lasciato il suo ruolo a luglio 2023, e poi anche il gruppo di maggioranza nel febbraio 2024.
Nel frattempo, la maggioranza in Comune si è ristretta da 20 a 18 consiglieri, mentre l’opposizione ha messo su muscoli passando da 12 a 14. Effetti collaterali di una cena indigesta?
Il percorso giudiziario
Dopo il no del gip al giudizio immediato, la Procura ha riformulato in modo più articolato l’imputazione, sostenendo che le presunte minacce non riguardassero solo le singole persone ma l’intero “corpo politico”. Anche qui, altro che cena conviviale: sembra di parlare della trama di una serie su intrighi istituzionali.
Presunzione di innocenza
In tutto questo va comunque ribadito ciò che stabilisce la Costituzione italiana:
Chiara Frontini e Fabio Cavini sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva.
L’intera vicenda, quindi, resta una storia ancora tutta da accertare… anche se, come sceneggiatura, la “cena dei tarallucci e vino” ha già offerto spunti più succosi di un’intera stagione di House of Viterbo.

